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Via Saffi, Lepore ribadisce: «Giusto chiudere adesso». L’Ascom: «Tutelare le imprese. Nessuno dovrà rimetterci a causa dei lavori»

La chiusura di via Saffi da mercoledì scorso all’8 settembre (salvo imprevisti) per rifare la copertura del torrente Ravone, è stata decisa dal sindaco. «Avremmo potuto fare i lavori a gennaio, con la strada aperta – afferma Matteo Lepore –, ma ho preferito assumermi la responsabilità di farli ora, chiudendo, perché arrechiamo meno danni, facciamo prima e meglio». Occorreva anticipare l’inizio dei lavori della tranvia, che toccherà via Saffi da gennaio ad aprile 2024, «per evitare che una nuova esondazione del Ravone (a maggio ci furono pesanti allagamenti, ndr) potesse causare problemi alla collettività, in particolare a quegli stessi negozianti e a quei residenti». «Comprendo le loro preoccupazioni», assicura il sindaco, al lavoro per definire «sostegni economici ai commercianti delle vie» interessate dai cantieri del tram. E precisa: «Si lavorerà tutti i giorni, anche di notte. Vogliamo finire per settembre. Capisco i disagi, ma dobbiamo stringere i denti tutti quanti».

Lepore rivela anche di avere chiesto al Governo di inserire, in sede di conversione del decreto ‘Alluvione’, «anche le zone alluvionate come via Saffi e dintorni, i colli, la zona dell’Arcoveggio e di via del Paleotto».Al fianco dei commercianti preoccupati si schiera l’Ascom.: «Nessuna impresa dovrà chiudere per gli effetti dei cantieri tram», è il monito. Le imprese coinvolte «dovranno essere messe nelle condizioni di continuare a svolgere il loro lavoro al meglio, tutelando operatività, fatturato e livelli occupazionali», afferma l’associazione. Dal Comune si attende «lo stanziamento di risorse adeguate e con un’operatività degli strumenti di ristoro che saranno messi a punto». Sul piatto delle richieste l’Ascom mette sgravi fiscali, contributi a fondo perduto per le spese correnti, ristori per chi subirà cali di fatturato».Sul fronte della politica, la Lega sottolinea come la chiusura di via Saffi abbia mandato in tilt il traffico in tutta l’area fra porta San Felice, Saragozza e i viali.

«Era scontato ed è successo», commenta Matteo Di Benedetto, capogruppo del Carroccio in Comune. Che rilancia la richiesta di «apertura al traffico privato delle preferenziali». Le vie Andrea Costa, Saragozza, Sant’Isaia, Porrettana e Pasubio «già dovrebbero essere aperte, così da permettere almeno in parte il defluire del traffico e decongestionare almeno un po’ le altre strade. L’amministrazione ci ascolti: tenere bloccata la città a danno di tutti non ha senso».

Gian Marco De Biase, consigliere civico di Bologna ci piace, approva il timing dei cantieri. Ma, ricorda, «fin dal 2021 avevamo sollevato i gravi problemi relativi al Ravone. Se i lavori si fossero anticipati quando era il momento, non ci sarebbero stati i problemi di allagamento dello scorso maggio».

il Resto del Carlino, 23 giugno 2023

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