«Così rinunciamo a nuovi cargo». Il presidente Postacchini: «Troppe fake news, chi ha responsabilità politiche dovrebbe studiare di più»
«Il Marconi è sempre stato in regola». Non solo sui sorvoli notturni, ma anche sui cargo, un’attività «che nessun provvedimento ci nega. Troppe le fake news, che vanno bene sui social, ma chi ha responsabilità politiche dovrebbe studiare di più». Si è sfogato ieri Enrico Postacchini, presidente dell’aeroporto, che ha messo il punto dopo i dieci giorni di tira e molla sulla chiusura-non chiusura notturna dello scalo bolognese.
Alla fine, come annunciato due giorni fa, si è arrivati a un accordo che sposta atterraggio e decollo di circa «5 voli a notte» sul versante nord-ovest della città, verso Modena, sull’area industriale del Bargellino (migliorata leggermente l’ordinanza data 2016). Gli altri 20 già programmati ogni notte già non impattano, assicurano dal Marconi, sull’area abitata del Navile.
A chiedere la chiusura notturna del Marconi era stato il sindaco Matteo Lepore, poi però è intervenuto Galeazzo Bignami (Fd’I, viceministro ai Trasporti) per realizzare un’importante mediazione. «Ho compreso l’uscita del sindaco, perché ho capito che era frutto della delusione per il fatto che non si potesse partire, come tutti pensavamo, con la manovra di decollo con virata anticipata – ha spiegato Postacchini –.
Non era possibile la perentorietà con la quale veniva chiesta questa svolta, l’aeroporto era ed è assolutamente in regola». Postacchini ha pure messo in chiaro che «il tavolo (di monitoraggio) con il Comune avrà un compito di consultazione, i nostri riferimenti sono il ministero, l’Enac e l’Enav».
Poi c’è il tema dell’atto pratico, cosa comporta concretamente lo sposamento dei voli nella fascia 23-6? Con le regole attuali in teoria l’aeroporto ha una capacità potenziale di 24 ‘movimenti’ (atterraggi e decolli) all’ora, sia di giorno che di notte. Con la stretta, la capacità della pista di notte scende a 14 movimenti potenziali, perché atterrare e decollare sullo stesso lato da direzioni opposte allunga, ovviamente, i tempi di manovra. «In teoria c’è una rinuncia a crescita futura che potrebbe non essere più possibile fare – ha ammesso l’ad Nazareno Ventola –. L’importante è che sia stata scongiurato la stop totale. Parliamo di 1.800 voli all’anno, svariati miliardi di merce che viene esportata: si rischiavano danni ingenti alle società di cargo».
Paolo Rosato, Il Resto del Carlino -14 giugno 2023