Allarme di Confcommercio: servono 480mila lavoratori, ma il 40% non si trova. Aumenta il divario Nord-Sud
Oggi il livello del Pil è superiore del 2,5% rispetto al quarto trimestre 2019. Abbiamo più che recuperato i livelli pre-pandemici”, ma, avvisa il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, all’assemblea annuale, “restano, però, ancora indietro i consumi” che nella media 2022 risultano inferiori di circa venti miliardi di euro rispetto al 2019. Un avviso ai naviganti, quello del numero uno della Confederazione di piazza Belli, che arriva nel giorno in cui dall’Istat giungono numeri preoccupanti per le vendite di aprile: su base annua si registra un aumento del 3,2% in valore, ma un calo del 4,8% in volume. Con il corollario di una corsa agli acquisti nei discount alimentari: con un +9,2% rispetto al 2022.
a se i consumi stentano a risalire, per effetto dell’inflazione che morde, il sistema Italia regge bene sul fronte del Pil. Per l’anno in corso da Confcommercio si stima una crescita dell’1,2% (1,3 per il 2024), in linea anche con le previsioni aggiornate dell’Ocse, ma il rialzo è effetto “esclusivamente” della “maggiore crescita acquisita”: è, invece, “confermata la fase di rallentamento, più intenso nel secondo quarto rispetto alla seconda metà dell’anno”.
Un rallentamento che si sente soprattutto nel Mezzogiorno: il Pil del Sud crescerà quasi tre volte meno rispetto al Nord (+0,5% contro +1,4%), con Calabria e Sardegna a zero. Senza contare che tra il 1995 e il 2023 il numero dei residenti è sceso di 900 mila unità.
Certo è, però, che il turismo e il commercio stanno facendo da traino significativamente. Tant’è che “c’è spazio per nuova occupazione”, spiega il Sangalli. E anzi, incalza: “Il terziario di mercato sta vivendo una persistente carenza di personale. Nel turismo e nel commercio, mancano, ad esempio, rispetto al 2022, circa 480mila lavoratori. E per oltre il 40% vi è un concreto rischio che la domanda non possa essere soddisfatta, soprattutto per la mancanza di competenze”.
L’assemblea annuale di Confcommercio è anche l’occasione per mettere a fuoco i principali dossier del settore. E così Sangalli sottolinea che per gli affitti brevi deve valere il presupposto stesso mercato, stesse regole. Per il salario minimo serve la “valorizzazione erga omnes dei trattamenti economici e degli istituti del welfare contrattuale previsti dai contratti collettivi stipulati da chi realmente rappresenta il mondo del lavoro e il mondo delle imprese”. Mentre per le concessioni balneari l’avviso è netto: “Pensiamo alla mappatura delle concessioni, al giusto indennizzo, alla valorizzazione delle tante imprese, come i balneari, che hanno investito e contribuito alla qualità turistica del Paese. Una realtà così importante non può essere lasciata senza certezze sul proprio futuro”.
il Resto del Carlino, 8 giugno 2023