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Il presidente dello scalo «Un’estate al Marconi senza le rotte previste? Un danno enorme»

Enrico Postacchini fa il punto dopo il blitz di Palazzo d’Accursio «Sono 20-25 aerei al giorno, quasi tutti cargo: i contratti vanno rispettati Capiamo la sollecitazione, ma non possiamo chiudere domani»

Si possono stoppare i voli notturni in arrivo e in partenza dal Marconi tra le 23 e le 6?

«Comprendiamo la delusione del sindaco. Ma il provvedimento di Enav sull’impatto del rumore non è pronto – spiega Enrico Postacchini, presidente dell’aeroporto, riferendosi agli accordi con l’Ente nazionale per l’assistenza al volo – . Se non arriva a giugno il via libera, come previsto inizialmente, arriverà a settembre. Prima non è possibile. Quello di Matteo Lepore è un buon auspicio che condividiamo, speriamo che la sperimentazione parta al più presto».

Cosa succederebbe se l’aeroporto Marconi chiudesse i battenti di notte?

«Qualsiasi soluzione drastica sull’estate sarebbe pari a un danno fortissimo per l’aeroporto. Siamo quotati in Borsa e non possiamo diffondere stime dei disagi, ma ricordo che ci sono contratti da rispettare e c’è un calendario già fatto. Vogliamo sperare che quella del sindaco sia una sollecitazione».

Il piano di Enav prevede virate degli aerei a 520 piedi invece che a 800, con un impatto del 5% sulla popolazione. Lepore però punta a un ‘impatto zero’. Come se ne esce?

«E’ quasi impossibile l’impatto zero. O comunque è impossibile immaginare che domani tutto si fermi, ci vogliono anni per rimodulare tutto. La lettera del sindaco credo serva per aprire una discussione con le attività competente, dopodiché ognuno di noi farà la sua parte».

Ma quanti voli salterebbero ogni notte?

«Sono 20-25 voli, quasi tutti cargo, e al massimo 6-7 voli su 25, non di più, impattano sul Navile. Al sindaco non possiamo dire nulla, facciamo parte di un sistema e decidono le autorità competenti. Tutti gli aeroporti mitigano questo tipo di problemi con l’insonorizzazione, con la nuova edilizia. Infatti, non si lamentano del rumore le persone che vivono nelle case nuove, ma chi abita nei palazzi degli anni 50 e 60, oltre ad ambientalisti e attivisti vari. C’è una pressione particolare, un sentimento di fastidio a tutto campo che parte dal Passante e che arriva fino al Marconi. Noi intanto registriamo una domanda di voli in continua crescita».

Paolo Rosato, Il Resto del Carlino – 1 giugno 2023

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