Bocca, presidente di Federalberghi: subito al lavoro per le vacanze, in Riviera situazione tranquilla «Rischio cancellazioni? Timori infondati, il governatore lanci una campagna verità per aiutare il settore»
Calma e sangue freddo, non fasciamoci la testa prima di romperla. C’è anche spazio per salvare la stagione turistica. Ma a due condizioni: che ci sia una campagna di informazione e promozione adeguata. E, che, soprattutto, non avvenga un’altra catastrofe. Bernabò Bocca, torinese d’origine ma fiorentino d’adozione, è il numero uno di Federalberghi, l’associazione che riunisce circa 27mila hotel in tutta Italia. Nell’intervista a Qn, non nasconde il suo dolore per le vittime e le sue preoccupazioni per il settore. Ma spiega subito che non siamo ancora arrivati alla resa definitiva e ci sono ancora spazi per evitare il tracollo.
Che cosa succederà nei prossimi mesi? Gli alberghi romagnoli resteranno senza clienti?
«Partiamo da un dato di fatto. Il turismo in Romagna era ripartito molto bene. Le previsioni erano tutte di segno positivo con tante prenotazioni sia dai mercati italiani che internazionali».
E ora?
«Diciamo che le immagini che sono girate a livello mondiale sulle città sommerse dall’acqua rischiano, sicuramente, di creare non pochi problemi al settore, spingendo i turisti a cancellare le vacanze in quelle zone. Ma si tratta di timori ingiustificati».
Perché ingiustificati?
«Molto semplice. Tanto per cominciare i cittadini, gli imprenditori, si sono tirati su le maniche ed hanno ripreso a lavorare. Le spiagge, ve lo assicuro, sono in ordine. Chi va sulla costa troverà una situazione tranquilla». D’accordo, ma come si fa a convincere i turisti a confermare le prenotazioni? «Dando le informazioni corrette, facendo capire ad esempio che solo alcune città sono state devastate dall’alluvione e che buona parte della regione supererà presto l’emergenza».
Più facile a dirsi che a farsi…
«Certo. Per questo andrebbe fatta subito una grande campagna di promozione che coinvolga giornalisti, influencer, social manager, tv. Insomma, tutto quello che serve per una grande operazione-verità sulla reale situazione dell’Emilia».
Sarà sufficiente?
«Lo abbiamo già fatto in passato, dopo il terremoto in Umbria, e siamo riusciti a contenere le perdite».
Chi deve fare questa campagna?
«È compito dell’amministrazione regionale, tocca al governatore preparare un progetto di comunicazione. Inoltre, sarebbe anche molto bello mettere insieme una campagna di promozione con un vero e proprio appello alla solidarietà. Come a dire: venite in Romagna anche per dare un aiuto concreto a popolazioni che hanno subito una grandissima sofferenza».
Che cosa si aspetta, invece, dal governo?
«Più o meno quello che ha già messo in campo con l’ultimo decreto: la moratoria sulle imposte, la tregua sui processi, la dilazione dei pagamenti. Tutte misure che, come è avvenuto in altre situazioni di emergenza, sono state accompagnate poi da contributi a fondo perduto per compensare la perdita di fatturato delle imprese. Ma, ripeto, tocca alla Regione intervenire anche su questo versante».
Ma come potrebbe funzionare il bonus-alluvione per il turismo?
«Si può calcolare, ad esempio, la perdita di fatturato di un’impresa rispetto all’anno precedente e calibrare su questo parametro di riferimento una forma di contributo. Del resto, deve essere chiaro a tutti che la filiera del turismo rappresenta tantissimo per l’economia della Romagna. E se non ci sono visitatori, restano vuoti non solo gli alberghi ma anche i ristoranti, gli stabilimenti, i negozi, in una parola tutto l’indotto. Si ferma un grande pezzo dell’economia regionale».
Antonio Troise, Il Resto del Carlino – 26 maggio 2023