I residenti: «Situazione pericolosa da settimane». Famiglie evacuate
Monterenzio continua a sfaldarsi sotto il peso delle piogge e delle frane dei giorni scorsi. Ieri, a causa di una piena improvvisa, nel primo pomeriggio, si è letteralmente spezzato il ponte di Villa Sassonero, che su via Cà di Lesso incrocia via Sillaro, isolando del tutto ed irreparabilmente, per ora, una parte delle case. «I vigili del fuoco – spiega il Comune – sono già sul posto e stanno procedendo all’evacuazione delle persone coinvolte»
La frazione in questione di Monterenzio era già stata fortemente provata più volte da cataclismi ambientali. In prima battuta il 23 febbraio scorso quando, ancora prima di questi venti giorni di piogge incessanti, una frana aveva distrutto parte delle strade e delle case, costringendo una cinquantina di abitanti a evacuare le proprie case. La frana in questione, che aveva sfaldato case, colline, terreni agricoli e strade, rendendo il tutto inagibile, aveva continuato a muoversi per giorni, quasi settimane. La normalità era ritornata piano fino a che, con le piogge di inizio maggio, Villa Sassonero non ha iniziato a frantumarsi nuovamente con faglie sempre più grandi, come tutto il territorio di Monterenzio che è uno dei più colpiti nel Bolognese. I residenti, dopo il crollo del ponte, sono adirati: «Sono settimane che segnaliamo le condizioni del letto del fiume. Dopo le piogge degli ultimi 15 giorni montagne di tronchi e rami si erano accatastati attorno al ponte rendendo la situazione pericolosa e imprevedibile. Sono bastate poche piogge in più e il ponte, già appesantito, con una piena è venuto giù».
Una tragedia che si poteva evitare e prevenire? Secondo molti sì e a parlarne è anche la consigliera locale di minoranza Elisa Tagliavini, che vive a Villa Sassonero: «Il 12 maggio avevo segnalato all’ufficio tecnico e al sindaco le condizioni di rischio del ponte, ostruito da alberi spezzati in prossimità dei piloni. Ad oggi la mail di segnalazione non ha ricevuto alcuna risposta, e il ponte ora è crollato. I cittadini lo avrebbero pulito da soli, non fosse che – per regolamento forestale – chi viene trovato a muovere legna nel fiume rischia a livello penale. Ennesima riprova che serve agire con più attenzione e celerità, soprattutto quando i cittadini segnalano le problematiche. Servono più fondi per la prevenzione. L’esercito servirebbe qui e ora».
Zoe Pederzini, Il Resto del Carlino – 25 maggio 2023