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Strade e ferrovie, 620 milioni di danni. Salvini: servono norme d’emergenza

A14 a regima da martedì, pure le tratte dei treni verso la normalità. Nel Bolognese tutta riaperta la Porrettana

Almeno 620 milioni di danni alle infrastrutture. «Ma è un dato che aumenterà», mette avanti le mani Stefano Bonaccini al fianco del ministro Matteo Salvini. Tre anni fa erano avversari politici alle elezioni regionali, oggi sono alleati nella prossima ricostruzione dell’Emilia-Romagna, falcidiata da alluvioni e frane. «Romagnoli ed emiliani sono belli tosti, ce la faremo», dice Salvini che da Bologna promette «norme di emergenza per la ricostruzione, tutelando la trasparenza e la lotta al malaffare». Ma non si sbilancia sui decreti e stanziamenti del Consiglio dei ministri di martedì, né sulla possibile nomina di Bonaccini a commissario straordinario per l’emergenza.

«Dai primi giorni della prossima settimana il nostro obiettivo è tornare alla normalità, per poi occupami della conta dei danni e della messa in sicurezza», dice il ministro alle Infrastrutture al termine di un summit in Prefettura con i vertici dei principali soggetti del mondo infrastrutturale. Dopo le esondazioni in Romagna che hanno portato l’acqua anche a un metro e mezzo sopra l’asfalto, l’A14 dovrebbe tornare finalmente alla normalità: «Per martedì abbiamo dato piena disponibilità al ripristino di tutta l’attività autostradale», dice l’ad di Autostrade Roberto Tomasi, che esclude effetti del maltempo anche sulle tempistiche di cantieri importanti come il Passante di mezzo. Su tredici strade statali interessate da frane o inondazioni allo stato «8 sono state riaperte con limitazioni — spiega l’ad di Anas, Aldo Isi — mentre su 5 rimangono difficoltà».

Oggi ripartiranno a pieno regime i treni dell’alta velocità. «Restano problemi sulla linea adriatica», spiega Gianpiero Strisciuglio di Rfi che si impegna al «completo collegamento sulla direttrice adriatica pe il ponte del 2 giugno». La vera normalità, però, tornerà soltanto dopo che tutto sarà ricostruito. Anche se, soprattutto sull’Appennino, più di ricostruire si tratterà di costruire ex novo, visto che frane e smottamenti ancora in corso hanno cambiato l’orografia del territorio in molte aree. La prima stima della Regione parla di almeno 62o milioni di danni infrastrutturali, ma non tiene conto di gran parte della viabilità comunale. «Chiedo a Salvini di mettere il massimo impegno per trovare le risorse. Miliardi, non milioni», dice il sindaco Matteo Lepore, che nella Città metropolitana di Bologna ha almeno no milioni di danni alla viabilità (una buona notizia intanto ieri c’è stata: la riapertura di tutta la Porrettana, anche a Marzabotto).

Nel Ravennate si viaggia tra i 20 e i 150 milioni, nella provincia di Forlì-Cesena ci sono almeno 95 milioni di danni infrastrutturali a cui aggiungerne altri 47 per le strade comunali. Oltre 200 milioni, almeno, i danni tra strade statali e ferrovie. Il Mit sta valutando lo stanziamento immediato di almeno 1,5 milioni per interventi urgenti nei piccoli Comuni: una goccia nel mare, in attesa delle decisioni di martedì al Com. «La stima è ancora in corso — conclude Salvini — e vedremo cosa porteremo in Com. Anche per rispetto della presidente del Consiglio, che sta tornando in Italia, preferisco dare numeri quando li abbiamo».

di Francesco Rosano, Corriere di Bologna, 21 maggio 2023

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