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Traffico, negozi e orari in città Tonelli: «Lanciamo una rivoluzione»

La proposta del direttore Ascom: «Posticipare l’ingresso a scuola e in altri servizi. Così eviteremo ingorghi»


Una rimodulazione degli orari della città per adattarsi alle trasformazioni delle abitudini di vita delle persone e delle imprese. Questa l’idea lanciata dal direttore di Ascom, Giancarlo Tonelli, a margine della conferenza dei giorni scorsi relativa alla presentazione della 27ª edizione della kermesse Giardini & Terrazzi. «Credo – le parole del numero uno dell’associazione di categoria – sia arrivato il momento, alla luce dei tanti segnali che sono arrivati relativamente alle trasformazioni delle abitudini di vita delle imprese e delle famiglie, di valutare per la Città metropolitana di Bologna l’idea di rimettere mano al piano regolatore degli orari sotto le Due Torri».

Secondo Tonelli si tratta di un cambiamento necessario anche e soprattutto in vista dell’arrivo della stagione estiva. «I cambiamenti climatici – continua – fanno parte della nostra vita e non possiamo continuare a fare finta di niente. Nei mesi estivi ci sarà sempre più la necessità, soprattutto per gli anziani, le famiglie con bambini piccoli e le persone con disabilità, di non uscire nella fascia oraria che va dalle 13 alle 16/17 nel pomeriggio. In una città come Bologna, che diventa col passare degli anni anche sempre più turistica, è arrivato il momento di prendere dei provvedimenti e valutare nuove soluzioni. Per fare questo, è necessario che Comune, insieme alla Camera di commercio, le associazioni di categoria e i sindacati, si siedano intorno a un tavolo comune affinché si discuta, secondo i bisogni di tutte le parti in gioco, di come apportare delle modifiche agli orari della nostra città».

Una soluzione che il direttore di Ascom spiega anche attraverso esempi concreti che riguardano la vita di tutti i giorni. «Tutte le mattine – sottolinea Tonelli – nella fascia che va dalle 7.30 alle 8.30 si soprappongono gli orari di tutte le persone che si muovono per andare a lavoro e quelle che accompagnano i bambini a scuola. Il risultato? Si crea un tappo di minimo un’ora che crea un sovraccarico sul trasporto pubblico locale e non solo».

Un problema reale al quale Tonelli prova a dare una soluzione: «Un’idea – la sua proposta – potrebbe essere far slittare di mezz’ora gli orari di apertura delle scuole oppure quelli delle attività di servizio che partono dopo ad esempio banche, poste e ospedali. Le abitudini di vita delle persone e i fenomeni climatici sono cambiati, per questo penso che sia necessaria una valutazione attenta di ciò che bisognerebbe fare per trovare schemi nuovi e sicuramente più attenti alle trasformazioni. A mio avviso non si tratta di una scelta, ma di una decisione inevitabile per stare al passo coi tempi. In Spagna, per esempio, questa specie di soluzione è già stata adottata».

Stop, quindi, alle soluzioni tampone come nel caso della pedonalizzazione di via de’ Carbonesi: «Non dico – conclude il direttore di Ascom – che siano sbagliate, ma credo ci sia bisogno di interrogarci per trovare soluzioni che riescano a dare maggior respiro alla città passando, appunto, attraverso la rimodulazione degli orari. Questi schemi sono vecchi e logori. Più saremo rapidi nell’intervenire, più renderemo migliori i nostri stili di vita».

Chiara Caravelli, Il Resto del Carlino – 10 maggio 2023

Non prima delle 4 e fino alle 9 L’estate sposta il commercio – “Estate troppo calda servono nuovi orari” L’appello di Ascom

Tonelli: “Ha più senso, per i negozi, restare aperti alle 15 o prolungare alle 21?” Confesercenti: “Degli adeguamenti ci sono stati, serve una razionalizzaione”

Ripensare gli orari della città. Adeguarli al cambiamento climatico sempre più impattante che già ha cambiato le nostre abitudini. E farlo soprattutto per il periodo estivo, quando le conseguenze degli stravolgimenti climatici sono più palpabili e incombenti. A lanciare il tema è il direttore dell’Ascom Giancarlo Tonelli, intervenuto dopo l’ondata di maltempo che ha colpito anche il Bolognese – e che fortunatamente non ha provocato danni ingentissimi alle attività commerciali. «Siamo molto preoccupati per gli aspetti legati al cambiamento climatico – ha detto – per quello che potrà essere l’estate, che si preannuncia molto calda. Anche come sistema Bologna dovremo abituarci a ragionare in maniera diversa sugli orari della città. C’è qualcosa da sperimentare nell’interesse generale».

Quel qualcosa è per l’appunto immaginare una Bologna che funzioni a orari diversi, soprattutto in estate quando l’afa rende impraticabile vivere la città nelle ore centrali. «Ha senso – ragiona Tonelli – che le attività nel periodo estivo, quando le persone stentano a muoversi alle 2-3 del pomeriggio, rimangano aperte? Piuttosto, non si può pensare in alcuni momenti, o in alcune giornate, a uno spostamento degli orari?». E come? «Per esempio restare aperti fino alle 20 o alle 21, così come avviene in altre città turistiche». Si tratta insomma, per il direttore di Ascom, «di rivedere il Piano regolatore degli orari della città», che non coinvolga solo i negozi, «ma anche gli uffici postali, le attività di servizio, della Regione, della Città metropolitana, del Comune, della Camera di commercio». Tonelli non ha in mente un esempio in particolare da emulare, ma propone «una valutazione seria delle necessità», che coinvolga anche «istituzioni e organizzazioni sindacali». Una valutazione che diventa sempre più impellente «perché ci sono già in corso modifiche nella abitudini di vita e di acquisto dei cittadini, sia dei bolognesi che dei turisti, per questo val la pena fare una riflessione». Nelle giornate più calde della bella stagione «l’Ausl e il ministero della Salute danno precise indicazioni per le persone più anziane, i fragili, i bambini: a tutti si dice di non uscire nelle ore centrali». Ma poi, quando le temperature diventano più affrontabili, «la città magari è ferma o chiusa». Per questo «dobbiamo pensare che risposte dare al milione di abitanti dell’area metropolitana di Bologna, cui si sommano gli studenti fuorisede e i turisti». Un ripensamento, chiarisce Tonelli, «non su tutto l’anno, ma che varrebbe la pena fare per l’estate, sfruttando l’ora legale che concede luce anche nelle ore serali. Un nuovo piano dei nostri orari, non solo legati al commercio, ma anche al turismo e ai servizi della città. E arrivato il momento di affrontare dei cambiamenti degli stili di vita, che in parte ci sono già».

La proposta del direttore di Confcommercio trova ascolto da parte di Confesercenti, «ma c’è già stato un grande cambiamento sul fronte degli orari e delle abitudini con la liberalizzazione in tutti i settori», è il giudizio del presidente Massimo Zucchini. «Basti pensare a quel che accade in centro, dove si può pranzare anche alle 3 0 le 4 del pomeriggio, mentre alcuni turisti del Nord Europa vanno a cena alle 6. Alcuni settori del commercio hanno già cominciato ad adeguarsi alle richieste della clientela: si pensi che la chiusura del giovedì pomeriggio, che prima era la norma, ora è sparita, mentre l’apertura delle attività alla mattina è molto più lenta», con le serrande che spesso non si alzano prima delle 10. «Una riflessione sugli orari va fatta, ma un adeguamento a quel che succede è già in corso: questi cambiamenti vanno anche razionalizzati». Tenendo anche conto, avverte Zucchini, delle difficoltà dei settori, come la «crisi epocale sul fronte del personale», o le peculiarità che distinguono «attività famigliari dai grandi centri commerciali», così come «il centro dalla periferia». Ma ragiornarne insieme si può, «assolutamente, è un dibattito da affrontare».

Lavinia Lundari Perini, La Repubblica – 10 maggio 2023
Giancarlo Tonelli

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