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Fondazione Ant, 45 anni per gli altri «Ora un nuovo modello di assistenza»

Il 17 maggio lo spettacolo al Manzoni con l’Orchestra Senzaspine per festeggiare la ricorrenza La presidente Pannuti sul futuro e risorse: «Allo studio più infermieri che medici nel servizio a domicilio»

Ritmi travolgenti, armonie persuasive e corpi danzanti. Sarà uno spettacolo costellato da musica e luci a festeggiare il quarantacinquesimo anniversario di Fondazione Ant, nata a Bologna nel 1978. Un traguardo che, mercoledì 17 maggio, verrà così celebrato al Teatro Manzoni, dove l’orchestra Senzaspine – assieme al solista Daniele Negrini e i ballerini Andrea Vighi e Chiara Benati – porterà in scena non soltanto un concerto, ma un vero e proprio «viaggio sonoro e visivo». Il fine della serata sarà benefico e l’intero ricavato della vendita dei biglietti verrà devoluto alle attività di assistenza medica e domiciliare ai malati di tumore e di prevenzione oncologica targate Ant. 

«Un’occasione speciale – così la definisce la presidente Ant, Raffaella Pannuti – che celebra un traguardo altrettanto speciale. In questi anni non è mai mancato un grande sostegno e affetto, che ci ha aiutati a crescere e ci ha consentito di rendere l’assistenza domiciliare Ant ai malati di tumore una realtà ben presente anche in tante altre zone d’Italia». Il concerto benefico omaggerà due celebri compositori in un dialogo «fra la natura e l’anima, fra la musica barocca e il tango»: le Quattro Stagioni del massimo interprete delle sonorità barocche, il veneziano Antonio Vivaldi, rivivranno infatti per una notte accanto a Las Cuatro Estaciones Portenas (le quattro stagioni di Buenos Aires) del maestro tanguero argentino, Astor Piazzolla. Un binomio «molto interessante: nonostante i compositori siano lontani come periodo storico, l’interpretazione delle quattro stagioni della natura e delle quattro stagioni dell’anima entreranno in contatto» spiega il direttore dell’orchestra Senzaspine, Matteo Parmeggiani (che ha anche annunciato che «ci stiamo avvicinando a una soluzione» per trovare una nuova sede in vista dell’imminento trasloco).

Oltre alla musica, non è mancato poi uno sguardo più ampio sull’ assistenza domiciliare e sulla crisi di risorse che attanaglia il sistema sanitario nazionale: «Si deve fare un ragionamento diverso sui modelli assistenziali – aggiunge Pannuti – per continuare a fornire i servizi, nello spazio e nel tempo». Secondo la presidente Ant, ad esempio, sull’integrazione «tra pubblico e privato sociale si può fare di più anche a Bologna» così come occorre «capire quali sono le risorse di personale da sviluppare». Inoltre, bisogna «guardare ai fabbisogni energetici perché mantenere le persone in ospedale costa molto. Quindi per i malati cronici serve implementare il territorio». Per questo Ant sta studiando un «nuovo modello di assistenza domiciliare basato sul modello anglosassone» spiega Pannuti, dove gli infermieri si occupano delle visite programmate e i medici intervengono solo a chiamata. «Dovremo definire dei protocolli – conclude – ma ci arriveremo».

 g. d. c., Il Resto del Carlino – 10 maggio 2023

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