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Sangalli, allarme sul Pil: «Lavoro, nel 2023 230mila posti scoperti»

Confcommercio, crescita allo 0,9% ma poco personale

«Nonostante la forte crescita del turismo, l’economia non decolla, i consumi sono sempre deboli e c’è una vera emergenza: mancano all’appello 230 mila lavoratori nella filiera turistica e nel commercio, che sono i principali settori in grado di produrre nuova occupazione». E il monito lanciato dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in occasione del 22esimo Forum dell’associazione, che si è tenuto ieri a Roma. Il lavoro è stato il tema centrale del dibattito che ha ospitato, tra gli altri, Guido Crosetto, ministro della Difesa e Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei, Sud, Coesione e Pnrr.

«Per rilanciare la crescita bisogna proprio partire dalla occupazione con politiche attive più efficienti e con più formazione» ha detto Sangalli, che guarda «con favore alla riforma delle politiche per il lavoro, così come delineata dal Pnrr, che sembrerebbe tracciare un importante cambio di prospettiva». Da un approfondimento, presentato dal direttore del Centro Studi, Mariano Bella, si evince che in 27 anni, cioè dal 1995 a oggi, gli occupati in Italia sono aumentati di 1,2 milioni di unità, ma mentre tutti i grandi aggregati produttivi hanno perso il terziario di mercato ha generato oltre 2,7 milioni di posti di lavoro.

Ma le conseguenze del calo demografico, che ha ridotto la platea di di lavoratori tra i 18 e i 34 anni, si fanno sentire, richiedendo soluzioni. Tra queste, Sangalli sollecita quella di un’immigrazione regolata, lavorando sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione.

Quanto al tema della crescita, Confcommercio prevede il Pil in aumento dello 0,9% quest’anno e dell’1,2% il prossimo, stime inferiori rispetto a quelle fissate dal governo nel Def, pari rispettivamente a +1 e
+1,5%. Del resto il Centro Studi considera piatta la performance del primo trimestre 2023 «a causa di una produzione industriale non brillante e di consumi fragili, nonostante l’ottimo andamento del turismo». E infatti Sangalli avverte: «Non possiamo pensare che i dati positivi del Pil ci possano far dimenticare i
problemi strutturali del Paese. A cominciare dalla debolezza dei consumi che, nella media del 2022, sono ancora sotto di quasi venti miliardi di euro rispetto al 2019. Dobbiamo allora lavorare per costruire una nuova e più forte fase di sviluppo, proprio per evitare di ripiombare nell’incubo degli “zero virgola”».

Per questo, secondo il presidente dei commercianti, non si può «sprecare l’occasione di fare le riforme che da molto, troppo tempo, l’Italia chiede e che l’Italia merita», a partire da quella delle politiche
per il lavoro e da quella fiscale. La prima, secondo Sangalli, sembrerebbe tracciare un importante cambio di prospettiva».
Quanto alla delega fiscale, «Va nella giusta direzione, almeno rispetto all’impianto generale e agli obiettivi» . Ci sono, pero, alcuni aspetti che, a parere dell’associazione, andranno valutati attentamente: in particolare la definizione di un chiaro sistema di detrazioni e deduzioni per conciliare principio di progressività e transizione verso l’aliquota impositiva unica.

«Al governo – ha concluso Sangalli – abbiamo chiesto, buone regole, buoni investimenti, buone politiche a sostegno del terziario di mercato, per il commercio, per servizi, per il turismo, per 1 trasporti e per il lavoro autonomo.

di Antonella Baccaro, Corriere della Sera, 19 aprile 2023

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