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Pnrr, assist dell’Ascom. Tonelli: «I nostri tecnici a disposizione dei piccoli Comuni»

Il direttore: «La burocrazia ci allarma e frena molte amministrazioni. Registriamo difficoltà per la realizzazione dei quasi 2.000 progetti. Problemi sentiti soprattutto negli uffici tecnici a organico ridotto»

«Tecnici e consulenti di Confcommercio Ascom sono pronti a collaborare, a titolo gratuito, con i Comuni dell’area metropolitana che si trovino in difficoltà nella realizzazione dei progetti Pnrr», il Piano nazionale di ripresa e resilienza. 

Giancarlo Tonelli, direttore di Ascom Bologna, lancia ai sindaci del territorio una proposta di sinergia pubblico/privato, con l’obiettivo finale di «contribuire ad attuare il maggior numero possibile di progetti Pnrr, occasione unica di ripartenza dell’economia e degli investimenti anche a livello locale».

Tonelli, perché questa proposta?

«Perché si stanno registrando forti difficoltà, di natura burocratica e amministrativa, che frenano la realizzazione di molti progetti Pnrr. Questo non può non allarmarci, essendo questi progetti la strada maestra verso la ripartenza».

È un problema che riguarda anche il nostro territorio?

«Tocca tutta Italia, area metropolitana di Bologna compresa. È un problema sentito soprattutto nei piccoli Comuni, dove gli organici degli uffici tecnici sono risotti al minimo».

Di che mole di progetti si tratta?

«Parliamo di 1.952 progetti Pnrr sulla nostra città metropolitana, per un valore totale che supera il miliardo e 700 milioni».

Perché avete deciso di mettervi a disposizione?

«Perché, a livello nazionale, gli interventi Pnrr possono rimettere in moto il Pil, con una forbice che va da 1,9 a 3,8 punti, a seconda della quantità di progetti realizzati. Stesso discorso vale per la produzione del Pil a livello territoriale».

Sceglierete voi i Comuni da sostenere?

«No. Come Ascom mettiamo a disposizione i nostri tecnici, pro bono, alle amministrazioni che ne faranno richiesta».

Offrite le vostre competenze per qualsiasi tipologia di progetto?

«Ci limitiamo al mondo dell’economia, agli interventi di valorizzazione del territorio».

Pensate anche voi che la partita del Pnrr sia stata gestita male?

«La nostra proposta è indipendente da qualsivoglia valutazione politica. Ci limitiamo a constatare oggettive difficoltà tecniche che si stanno registrando nella messa a terra di tanti progetti».

Pensa che il Pnrr si debba modificare?

«Credo che non ci debbano essere tabù. Certo, il Pnrr impone il 2026 come termine per realizzare i progetti finanziati. Una scadenza molto vicina. Per questo penso che non ci si debba scandalizzare se si dovesse pensare di utilizzare fondi di coesione o fondi europei tradizionali. Questo ci consentirebbe di spostare la scadenza al 2029, dandoci un margine di tempo più lungo per realizzare i progetti».

di Luca Orsi, il Resto del Carlino, 19 aprile 2023

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