Nasce un super settore in capo a Palazzo D’Accursio, viene tolta la delega ai quartieri tranne le palestre scolastiche
Tempo di rivoluzione nel mondo sportivo bolognese con l’orizzonte degli Stati generali dello sport per fare il punto in una città sempre più protagonista di eventi importanti. Se l’appuntamento con tutti gli operatori del settore sotto le Due Torri è in calendario dopo l’estate, è di questi giorni il cambio radicale della gestione degli impianti comunali. Fino a oggi erano i diversi quartieri a gestire questa competenza che, d’ora in avanti, passerà in capo al Settore Sport di Palazzo d’Accursio. Un “nuovo modello integrato e innovativo” per l’amministrazione degli impianti sportivi cittadini per superare frammentazioni e disomogeneità nei contratti. Lo stabilisce una delibera di giunta appena approvata, «tassello importante di un più ampio percorso politico, cominciato a inizio mandato, che punta alla ristrutturazione della governance degli impianti dentro un quadro ben preciso: mettere lo sport al centro come servizio pubblico per l’inclusione, la formazione, l’educazione e il benessere», afferma l’assessora allo Sport, Roberta Li Calzi.
La rivoluzione della gestione degli impianti del Comune non riguarderà però le palestre scolastiche, la cui competenza resterà appannaggio dei quartieri. Sono circa una trentina gli spazi coinvolti: dal centro Cavilla di via Biancolelli al Pertini al Savena, dal centro sportivo V asco De Gama al Navile a quello del Pilastro in via Pirandello. Una miriade di gestori per migliaia di utenti che praticano diversi sport: dal rugby alla pallavolo, dal nuoto al basket. Se gli spazi sono comunali, la gestione è affidata alle diverse società sportive «con le quali il confronto comincia ora sul piano operativo, ma che da tempo chiedevano di attualizzare il sistema sportivo bolognese visto che il regolamento era molto datato, essendo fermo al 2005». Fra le criticità di oggi, per esempio, “l’eccessiva parcellizzazione delle competenze che produceva inefficienze gestionali e la disomogeneità dei rapporti contrattuali anche a fronte di impianti con caratteristiche molto simili”, si legge ancora nella delibera. L’obiettivo, prosegue Li Calzi, è quello di «arrivare a una gestione del sistema più unificata e snella per la durata dei contratti e per gli interventi di manutenzione. Questo però non significa togliere ai quartieri una competenza, semplicemente sarà un alleggerimento del carico amministrativo e burocratico». Frutto di un percorso fatto assieme ai quartieri, per l’assessora saranno energie liberate per la progettazione e la promozione di attività ed eventi sul territorio.
La scadenza delle concessioni di molte società sportive fra giugno e dicembre è, invece, alla base della programmazione degli Stati generali, che serviranno «per mettere a sistema il settore, sia sugli impianti sia sulla programmazione».
Di questi giorni, inoltre, l’aggiudicazione degli appalti dei tre progetti finanziati con i 10 milioni del Pnrr, capitolo Sport e inclusione sociale. Nuova vita per il centro sportivo Bonori in via Romita con la palestra per pallacanestro, pallavolo e pallamano (5,5 milioni di euro); per il Gianni Falchi in piazzale Atleti azzurri d’Italia con la riqualificazione dell’impianto del baseball, softball e del campo di calcio (1 milione); rigenerazione dell’antistadio Dario Lucchini, con il rifacimento della pista di atletica di otto corsie e la riqualificazione del campo al suo interno con erba naturale (4 milioni). I cantieri partiranno fra l’estate e il gennaio 2024.
di Sabrina Camonchia, La Repubblica, 17 aprile 2023