Il presidente di Confcommercio sull’Avvenire: «Ancora incertezze sulla crescita, sarebbe utile un primo alleggerimento della pressione fiscale»
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, guarda con ottimismo alla Pasqua, ma invita a non sciupare l’occasione di far aumentare la crescita potenziale con la spinta data dalla riforma fiscale dal Pnrr. «Le nostre stime sulle partenze pasquali e sul ponte del 25 aprile – dice Sangalli – confermano che il turismo è tornato ad essere forza trainante. Sono circa 16 milioni gli italiani che hanno già programmato vacanze e i turisti stranieri tomeranno sui livelli pre-Covid. Questo comporta inoltre che, da qui ad agosto, serviranno per la sola ristorazione 235mila addetti, tra stagionali e a tempo determinato, e nel 40% dei casi vi saranno difficoltà a trovarli. Per consolidare questi risultati bisogna, però, investire: la rivisitazione del Pnrr è l’opportunità irripetibile per farlo».
A proposito: a parte del Pnrr la Lega vorrebbe rinunciare…
«Concordo che servono adeguamenti strutturali del Piano, resi necessari da inflazione, prezzi ed emergenze energetiche. Ma serve anche uno straordinario impegno sul versante della governane. Impegno soprattutto per bandi esemplificazioni, per il reclutamento di personale e per l’assistenza tecnica agli enti locali. Dobbiamo fare presto e bene. Lo ha ricordato il presidente Mattarella, richiamando De Gasperi: per tutti, è il momento di “mettersi alla stanga”».
Il quadro generale non aiuta?
«Prosegue il raffreddamento dell’inflazione, ma, a livello globale, permangono incertezze. Ciò vale anche per il nostro Paese: il primo trimestre potrebbe essersi chiuso ancora in lieve frenata, anche se gli ultimi segnali sono in direzione inversa. Secondo le nostre stime, il 2023 dovrebbe complessivamente registrare una crescita di Pil e consumi di poco sotto l’1,1%. Ed occorre evitare il ritorno, dal 2024, alle dinamiche penalizzanti dello “zero virgola”. Per farlo, l’unica via è appunto quella di accelerare in sicurezza gli investimenti del Pnrr e le riforme più urgenti come quella del Fisco».
Quale giudizio date della delega?
«Ha come giusti obiettivi lo stimolo della crescita semplificando e riducendo la pressione fiscale, contrastando evasione ed elusione e con la certezza del diritto. Si tratta, tuttavia, di tempi non brevi. Proprio per questo sarebbe molto importante che il governo – compatibilmente con le risorse a disposizione – varasse in anticipo alcune prime misure di alleggerimento del carico impositivo per dare risposte immediate alle imprese».
C’è qualcosa che meno vi convince?
«Per detrazioni e deduzioni andrà definito un chiaro sistema per conciliare principio di progressività e transizione verso l’aliquota unica. Le scelte – tanto in materia di Irpef, quanto di Ires – per favorire il reinvestimento degli utili in azienda e per dare impulso a nuova occupazione e ad investimenti in innovazione vanno coordinate con il generale riordino degli incentivi alle imprese. Vanno approfonditi gli impatti redistributivi della sovraimposta Ires per superare l’Irap. La fiscalità green dovrà essere coerente con una sostenibilità anche economica ed andrà preservata la competitività delle imprese dei trasporti. Sull’Iva la nostra posizione è nota: il riordino delle aliquote non dovrà tradursi in un aumento della tassazione indiretta».
E il riordino delle agevolazioni?
«La riforma per essere sostenibile avrà bisogno di processi strutturali di revisione della spesa pubblica e di una loro rivisitazione generale ed attenta. La delega prevede che si tenga conto della loro effettiva utilità sociale e, in generale, occorrerà tenere insieme l’attenzione agli equilibri della finanza pubblica con la valutazione della capacita delle spese fiscali di rafforzare il potenziale di crescita dell’economia».
Siete soddisfatti del dialogo avuto finora con il governo Meloni?
«La complessità del percorso della riforma fiscale rende evidente la necessita di un metodo di più confronto continuo e strutturato con le parti sociali. È un metodo che andrebbe adottato per l’intero cantiere delle riforme e degli investimenti».
Eugenio Fatigante, Avvenire, 8 aprile 2023