Cinzia e Fernanda si sono messe in proprio in via Clavature. Ottica Dalpasso, un’impresa in crescita. Lo sbarco in città: aperto un punto vendita in via Farini
«Abbiamo scommesso su noi stesse e sulla nostra esperienza Ci siamo mosse con attenzione, con un piano e uno studio di mercato».
«Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità». Parole attribuite ad Albert Einstein che Cinzia Gazzilli – pugliese, una carriera da store manager in giro per l’Italia per note griffe della moda – recitava come un mantra quando tre anni fa, in piena pandemia, decideva di mettersi in proprio. E aprire in via Clavature, insieme con l’amica argentina Fernanda Nairac – anche lei da anni nel settore – la boutique ‘Sandra & Celeste’, inaugurata durante la pandemia.
Cinzia Gazzilli, come vi è venuto in mente di aprire un’attività in un momento così difficile?
«Io e Fernanda abbiamo scommesso su noi stesse. Abbiamo una grande esperienza, passione e voglia di lavorare. E io, raggiunti i cinquant’anni, avevo voglia di un’attività mia. Così, ci siamo imbarcate in questa bella avventura».
In piena pandemia. Avete avuto coraggio.
«Dalle difficoltà nascono le opportunità, si dice. Beh, noi ci abbiamo creduto. E ci siamo mosse con consapevolezza, non ci siamo certo buttate a casaccio».
In che senso?
«Avuta l’idea, volevamo capire se era sostenibile. Io ho messo a frutto un master in marketing: abbiamo fatto un piano economico, una ricerca di mercato. Il risultato è stato confortante: qui c’era la nicchia di mercato in cui potevamo posizionarci. Allora mi sono messa alla ricerca del locale adatto».
Impresa non facile, con il mercato immobiliare di Bologna.
«Qui torna il discorso delle opportunità nei momenti difficili. Credo che, se non ci fosse stato il Covid a sconvolgere il mercato, uno spazio in via Clavature non l’avrei trovato».
Prima il Covid, poi l’invasione dell’Ucraina.
«In effetti, abbiamo aperto in un momento in cui tutto era nero. Allora abbiamo deciso di contrastare il buio con l’esplosione di colori dei nostri capi. Insomma, abbiamo voluto aprire un negozio ‘diverso’ da quelli cui i bolognesi sono abituati».
Una scelta vincente?
«Beh, all’inizio non è stato facile. Si percepiva, nella gente, un’inquietudine di fondo data dal momento. Per strada non passava quasi nessuno. Oggi il bilancio è più che positivo. La clientela si sta fidelizzando, apprezza la qualità e l’originalità dei nostri capi. E già nel 2024 io e Fernanda stimiamo di riuscire a rientrare dell’investimento fatto».
Un giudizio sui bolognesi?
«Sono accoglienti, e amano il bello».
Luca Orsi, Il resto del Carlino – 3 aprile 2023
«Abbiamo investito nel momento più difficile»
Ottica Dalpasso, un’impresa in crescita. Lo sbarco in città: aperto un punto vendita in via Farini
«Un imprenditore ha nel proprio Dna una certa propensione al rischio. E il desiderio di mettersi sempre alla prova». La famiglia Dalpasso, che da trent’anni gestisce negozi di ottica, lo ha dimostrato aprendo due nuovi centri ottici a Modena e Milano, in piena pandemia, «fra un lockdown e l’altro», e un terzo sotto le Due Torri, in via Farini, inaugurato lo scorso ottobre.In un momento difficile, dal punto di vista economico e sociale, la scelta di ampliare l’attività «ci è parsa assolutamente naturale», afferma Enrico Dalpasso, esponente della famiglia proprietaria del gruppo reggiano.Perché «si sa – spiega – che le attività devono essere sviluppate soprattutto quando costa poco farlo». Cioè «quando la concorrenza è ferma, magari perché spaventata, quando l’accesso al credito è favorevole e quando è più facile trovare i locali sul mercato».
Per imprenditori con profonde radici in Emilia (la casa madre Dalpasso Protesi Oculari, oggi leader in Europa nella protesica oculare, nasce nel 1950 a Reggio Emilia) un punto vendita a Bologna «una città viva, accogliente, non poteva mancare».
E, in questi primi mesi di apertura, «la risposta dei bolognesi è stata più che incoraggiante – afferma Dalpasso –, tanto di potere immaginare di andare a regime in un tempo brevissimo».
In un settore dove si stanno formando aggregazioni sempre più grandi, c’è ancora spazio per centri ottici a conduzione famigliare. «Certo, i grandi gruppi possono vendere prodotti a costi concorrenziali, ma appiattiscono l’offerta – spiega Dalpasso –. Noi, oltre a una parte di prodotti di larga diffusione , abbiamo inserito linee particolari, che non sempre si trovano nei negozi di ottica».
E anche a Bologna, dove pure gli ottici non mancano, «c’è spazio per chi offre un prodotto diverso, competenza e un servizio eccellente, di qualità». Di certo, sostiene Dalpasso, «c’è un futuro anche per gli indipendenti, se riescono a individuare e occupare nicchie di mercato dove i grandi gruppi non hanno convenienza ad arrivare».
A patto, però, «che capiscano che chi vuole continuare a vivere del proprio piccolo negozio, chiuso in un bunker senza guardarsi intorno, sarà fagocitato dai gruppi più grandi». In tempi come questi, è il messaggio, «non si può più vivere di rendita».
l. o., Il resto del Carlino – 3 aprile 2023