Tremila etichette da scoprire e degustare dal 26 al 28 febbraio: sostenibilità, biodiversità e tutela del paesaggio le parole d’ordine Gariglio: «Coltivando l’uva si può cambiare il sistema agricolo»
Bologna si trasforma nella capitale del vino. E il «nettare di Bacco» torna a essere così il protagonista della seconda edizione di Sana Slow Wine Fair.
L’evento organizzato da Bologna Fiere e Sana – con la direzione artistica di Slow Food – è in programma nel quartiere fieristico dal 26 al 28 febbraio: un momento di incontro tra buyer e professionisti del settore, ma anche un’occasione dedicata agli appassionati e ai consumatori per scoprire il mondo dell’enologia in ogni suo aspetto.
Ben 750 le cantine presenti da tutte le regioni italiane (circa 70 espositori soltanto dall’Emilia-Romagna) e in arrivo, inoltre, da 21 Paesi dei cinque continenti, dalla Germania fino alla Danimarca e agli Stati Uniti.
Oltre tremila, invece, le etichette da scoprire e degustare, che faranno da cornice a un programma ricco di appuntamenti e momenti di confronto.
«La fiera di Bologna rappresenta un unicum tra le varie manifestazioni del settore – spiega Giancarlo Gariglio, coordinatore della Sana Slow Wine Coalition –. Sta nascendo una comunità di persone che crede fermamente come attraverso la coltivazione dell’uva e la sua trasformazione si possa cambiare il sistema agricolo dalle basi, con grande attenzione verso la sostenibilità».
La tre giorni, infatti, promuove vini figli di un’agricoltura sostenibile, che fa della biodiversità e della tutela del paesaggio le proprie parole d’ordine, attraverso vini selezionati da una commissione di Slow Wine secondo i principi del «Manifesto per il vino buono, pulito e giusto».
Anche quest’anno, inoltre, le masterclass consentiranno un viaggio tra i diversi sapori del mondo, a cominciare dalla prima in programma – dal titolo ‘Caucaso, la culla della viticoltura’ – che proporrà vini georgiani, armeni e turchi. Spazio, poi, anche alle denominazioni più prestigiose e iconiche d’Italia: Barolo, Amarone della Valpolicella e Brunello di Montalcino e ai grandi bianchi e rossi di Francia, così come i liquori e gli amari abruzzesi e siciliani. Va forte anche il vino biologico, ottimo modello di business e rispettoso dell’ambiente, come ha spiegato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio: «Da un’indagine condotta da Nomisma–Wine Monitor risulta che i italiano su 2 sceglie vino biologico».
Appassionati e professionisti sono inoltre chiamati a dar vita a una delle principali novità dell’edizione 2023: il premio alle migliori Carte dei vini, per valorizzare il lavoro di chi promuove la cultura del bere bene e del «vino buono, pulito e giusto» rafforzando così il legame tra i locali e i winelovers. «È un’occasione di crescita – conferma l’assessore all’agricoltura, Daniele Ara –. Alle nuove generazioni è importante promuovere una degustazione sana del vino».
«Il clima è di grande collaborazione – aggiunge il direttore generale di Confcommercio Ascom, Giancarlo Tonelli –: già la prima edizione aveva confermato come il dialogo tra fiera e città si traduca in risultati estremamente positivi, sia dal punto di vista economico sia da quello culturale».
Giorgia De Cupertinis, Il Resto del Carlino – 11 febbraio 2023