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Le opere da non perdere. Dalle ceramiche ai video. Un viaggio ragionato fra le novità delle gallerie

Una passeggiata, nell’atmosfera rinnovata che si coglie fra i padiglioni 25 e 26 Imponente il lavoro di Bertozzi & Casoni che ricrea una capanna di lamiere, mentre va in scena la performance di Fondazione Furla ispirata al 2 Agosto

Sarà, come ha detto il manager Enea Righi, che davvero si senta un «mood molto positivo» in Arte Fiera? Forse le suggestioni impresse dal rilancio della kermesse influenzano il modo in cui si torna a girare nei ‘vecchi ma nuovi’ padiglioni, ma l’impressione è che sia tutto nuovo, inedito, anche le facce dei galleristi. E quindi partiamo, nella ricerca di 10 opere da non perdere, da una new entry: Alessandra Carini di Magazzeno Gallery di Ravenna, che debutta al padiglione 25, stand B20 nella sezione Multipli. Propone Joseph Beyus con vari lavori tra i quali La rivoluzione siamo noi (Modern Art Agency) del 1971, Manifesto edito da Lucio Amelio in eliografia tratto da una foto di Giancarlo Pancaldi, opera, tra l’altro, già venduta! 

2) Alla Galleria De’ Foscherari, (B4) la nuova opera di Mario Ceroli Girls of Teheran mostra ciocche di capelli realizzate con copertoni su sfondo dorato. 

3) Imponente lavoro di ceramica per Bertozzi&Casoni che hanno ricevuto l’invito dalla loro gallerista Maria Livia Brunelli di MLB gallery (B23) per realizzare un’imponente opera che rappresenta con la ceramica policroma una capanna di lamiere.

4) Altrettanto imponente l’opera in ceramica smaltata di campanelli (B17) allo Studio Sales di Davide Monaldi, artista marchigiano che ha immaginato un ‘condominio’ dove abitano 100 artisti e pensatori come Godard, Schopenauer, Ginsberg, Rasputin, Catullo, Jimi Hendrix.

5) Un salto nella grande storia dell’arte al padiglione 26 (A22) con un olio su tela dai meravigliosi colori: Gino Severini, Danseuse del 1957 alla Galleria Torbandena, in compagnia di altri grandi maestri quali Mirò, Barcelò, Burri, Morandi e un disegno di Grosz del 1917. 

6) Le hanno detto, alcuni colleghi: «Porti una serie di opere forse troppo forti per Arte Fiera». Ma Michaela Stock, titolare dell’omonima galleria viennese e alla prima volta in Arte Fiera con una proposta di performance art e arte concettuale tra foto e video arte (da Slaven Tolj a Marko Markovic e Giovanni Morbin), ha accettato la sfida e ieri ha esordito con la vendita del video Friction, performance di Evelyn Loschi.

7) Alla forza performativa che ci riporta a decenni storici si oppone la delicatezza ma grande tecnica delle ceramiche di Lorenza Bolsi autrice di Parasol Collection, terraglia bianca secondo fuoco, decorazione sotto-cristallina, bassa temperatura alla Ribot (A55). 

8) Una delle opere più grandi della fiera, se si esclude l’installazione ispirata alla strage del 2 agosto, su cui danzano gli artisti di Public Movement per Fondazione Furla, è un senza titolo 270×590 di Marco Bagnoli, in un blu attraente, alla galleria Giorgio Persano. Impossibile resistere a una foto, questa è la potenza della pittura. 

9) Al padiglione 25, la galleria che dà il benvenuto allo stand A1 è Vistamare con Era Vero, opera del 1983 di Giulio Paolini, un cilindro Borsalino pieno di ritagli di fogli di cataloghi e vetro.

10) Un lavoro che catturerà la fantasia e la curiosità è quella del giapponese Kenji Sugiyama Cell-inside of Myself, mixed media che richiama il sistema di un pentaprisma Reflex alla Primo Marella Gallery (B12). 

Benedetta Cucci, Il Resto del Carlino – 3 febbraio 2023

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