Sospesa la riduzione prevista, primo round ai locali. Il giudice: «Penalizzate alcune attività». Esultano le associazioni
L’avevano detto i locali di piazza Santo Stefano. E ci sono riusciti: il Tar ha provvisoriamente bocciato il grande remaquillage ’taglia-dehors’ del Comune, dando ragione alle attività ‘Camera con vista’ e ’051’ che avevano impugnato la delibera. La pronuncia di merito ci sarà il 3 novembre, ma intanto il tribunale amministrativo dell’Emilia-Romagna ha emesso un’ordinanza sospensiva: per ora, il provvedimento non può avere effetti. Fino al 30 giugno la disciplina è comunque quella straordinaria dei dehors aggiuntivi post Covid, e il Tar di fatto mette al riparo i locali da tagli anche per il periodo estivo e per buona parte dell’autunno 2023. Infilando nel dispositivo, in filigrana, un messaggio per il Comune: in questo modo la riduzione dei tavolini all’aperto non sta in piedi.
IL RITORNO AL PASSATO
Stando così le cose, possono tirare un sospiro di sollievo i ristoranti affacciati sul lato sinistro della piazza – guardando le sette chiese –, per i quali non erano previsti spazi all’aperto. Secondo la delibera comunale, in fatti, si salverebbero solo il ristorante ‘Cesarina’, fuori dal cono visuale della piazza monumentale, e in parte i locali sotto al porticato di destra, per i quali sarebbe rimasta in dotazione un’unica fila di tavolini sotto le arcate. I ristoratori a dicembre avevano presentato ricorso, l’obiettivo del Comune era restituire decoro alla piazza, sgomberando la veduta complessiva. «Sono a rischio decine di posti di lavoro», avvisavano però gli osti. E il tribunale, elencando le motivazioni che hanno portato alla sospensiva, riconosce in parte le loro ragioni. «I rilevanti interessi pubblici invocati dal Comune devono pur sempre essere soppesati con il valore dell’iniziativa economica – scrivono i tre giudici estensori del provvedimento –. Il deficit partecipativo – inoltre – non appare supportato da una giustificazione accettabile, in quanto l’atto di pianificazione si accompagna a un numero ridotto di destinatari che subiscono un pregiudizio». Insomma, torna il tema della mancanza di una vera volontà di confronto da parte del Comune, lamentata dai ristoratori. «L’esercizio della potestà di autotutela avrebbe dovuto essere preceduto da un confronto tempestivo, apparendo inutile un preavviso ‘a valle’ di una decisione già assunta dalla giunta». Al richiamo di Palazzo D’Accursio alle indicazioni della Soprintendenza, che avrebbe dichiarato di prediligere l’occupazione su un solo lato della strada, il Tribunale risponde poi che «l’apporto consultivo non sembra del tutto tranchant e non si esprime sul lato della piazza da salvaguardare, con una penalizzazione dei soli esercizi collocati a sinistra».
LE ASSOCIAZIONI
Esultano i commercianti. «Ora riteniamo opportuna l’apertura di un tavolo di confronto tra giunta e imprenditori dei pubblici esercizi di piazza Santo Stefano, come abbiamo sempre chiesto. È importante arrivare ad un accordo tra le parti che tenga in dovuto conto dei diritti e del lavoro delle imprese», è il commento del presidente provinciale di Confesercenti, Massimo Zucchini. «In accordo con le due attività ricorrenti – aggiunge il direttore Loreno Rossi –, continueremo a sostenere la campagna ‘#Vivi la Piazza’ con una raccolta di firme per il mantenimento nella piazza dei dehors di bar e ristoranti». «Ci auguriamo che si possa aprire un nuovo scenario per il futuro – dichiara invece il direttore di Ascom Bologna, Giancarlo Tonelli –, basato sul dialogo e sull’ascolto da parte delle istituzioni, delle richieste del mondo imprenditoriale. La decisione del Tar ha dimostrato che erano fondati i nostri timori e i nostri dubbi: sulla piazza il progetto organizzativo andrà necessariamente rivisto, partendo dal piano d’area esistente che, come abbiamo sempre sostenuto, è un buon accordo».
Paolo Rosato, Il Resto del Carlino – 20 gennaio 2023