Si prenda il prezzo alla pompa e se sottraggano le imposte: rimane quello che chiamiamo il prezzo industriale che comprende sia il costo del prodotto raffinato che gli oneri della filiera e logistica e vi aggiunge un margine di remunerazione del sistema distributivo.
Questa grandezza, oltre naturalmente al prezzo al consumo, viene puntualmente ogni lunedì rilevata dalla Commissione Europea (non da qualche app cercaprezzi) che il giovedì ne pubblica i dati e costituisce pertanto un dato ufficiale. Le medie che calcola la Commissione sono medie ponderate, ossia calcolate in base ai volumi delle vendite di ciascun Paese per la cui percentuale sul totale sono proporzionati i prezzi nazionali al fine di trarne una media del prezzo nel territorio sia dell’intera Unione sia dei Paesi a stretta area monetaria euro.
La rilevazione del 09.01.2023 evidenzia che i prezzi italiani della benzina sono superiori di 0,138 euro/litro alla media dei 27 Paesi e di 0,093 alla media dei Paesi di area euro, ma mentre le imposte sono superiori di 0,176 euro/litro sulla media dell’intera Unione e di 0,130 su quella dei Paesi euro, il prezzo industriale è inferiore di 0,039 euro/litro alla media dell’intera Unione e di 0,037 a quella dei Paesi euro.
Il prezzo al consumo italiano è il 5° dal più alto al più basso (dopo Danimarca, Finlandia, Grecia e Francia) su 27 Paesi, è il 18° su 27 per il livello del prezzo industriale, ma ben il 3° per l’entità delle imposte (accisa ed IVA), superato solo da Finlandia e Grecia.