Il presidente della sanità privata bolognese lancia un progetto per allentare la pressione sugli ospedali Sulle questione posti letto chiarisce: «A dicembre ne avevamo offerti 40 all’Ausl, ma ci è stato detto di no»
Per allentare la pressione sui Pronto soccorso cittadini occorrono più letti per le cosiddette cure intermedie quelle, cioè, a minore intensità di assistenza e per ricoveri brevi.
Il direttore sanitario dell’Ausl, Lorenzo Roti, ha annunciato che stanno studiando una rimodulazione dei posti di lungodegenza, ma il budget rimarrà quello. C’è stato qualche contatto?
«Al momento no. Avevamo offerto 40 letti nel mese di dicembre ma dall’Azienda Usl c’è stato risposto negativamente. Hanno solo chiesto di rimodulare quelli che erano già a disposizione», risponde Averardo Orta, presidente Aiop Bologna (l’associazione delle cliniche private).
Se vi chiamano in questi giorni questi letti sono ancora disponibili?
«Adesso la situazione è cambiata perché abbiamo perso altro personale infermieristico che è stato assunto nel pubblico. Quindi senza assistenza non possiamo nemmeno accogliere un numero maggiore di pazienti. Soprattutto se il budget resta quello».
Quale può essere una soluzione, a suo modo di vedere?
«Il budget si può solo trasformare. Mi spiego: i posti dedicati alla chirurgia, ad esempio, possono diventare letti per lungodegenza o altro di cui l’Ausl ha necessità. Ma è solo una trasformazione che andrebbe a ridurre gli interventi a scapito delle liste d’attesa. Oppure si potrebbe adesso aumentare i letti, ma ridurli a fine anno, per stare dentro al budget. Anche in questo caso però è un rischio: in inverno ci sono sempre molti ricoveri causa mali di stagione».
Se non sbaglio ci sono dei fondi, destinati alle regioni, per abbattere le liste d’attesa. Non c’è il rischio di perderli se l’obiettivo non viene raggiunto?
«Sì, questo pericolo esiste, quindi non credo che intendano tagliare i posti letto destinati alla chirurgia».
Resta la grande pressione sui Pronto soccorso che, in qualche modo, dovrà essere affrontata.
«Se una persona sta male e non capisce che cosa ha, è chiaro che vuole delle risposte e, soprattutto nei week-end, si rivolge ai Pronto soccorso. Credo che la soluzione sarebbe creare un altro Pronto soccorso a livello di area metropolitana: noi siamo in grado di farlo, abbiamo le professionalità e le risorse per metterlo in piedi».
Ha idea di quale potrebbe essere la collocazione?
«Non mi sento di dire in un luogo piuttosto che in un altro. Ma tra i nostri associati ci sono gruppi ad altissima competenza ed esperienza a livello nazionale che hanno già dimostrato di saper gestire pienamente una struttura di emergenza».
Monica Raschi, Il Resto del Carlino – 12 gennaio 2023