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Il caro benzina divampa. Rebus per i prezzi esposti

I gestori delle stazioni di servizio: «Mostrare il costo medio del carburante? Solo confusione. Qualche disonesto c’è, ma gli aumenti non sono colpa nostra»

Niente sconti sulle accise, ma più trasparenza sui prezzi. Va in questa direzione il decreto del governo che, tra le altre cose, obbliga i gestori delle pompe di benzina a esporre i cartelloni con il prezzo medio giornaliero nazionale che il Ministero delle imprese calcolerà quotidianamente. Per i distributori in autostrada, invece, verrà definito un tetto ai prezzi dei carburanti, con multe ai furbetti che non si adegueranno. Un provvedimento che, comunque, a Bologna non convince.

I benzinai sono già sul piede di guerra. Francesco Riccio, presidente locale di Figisc Ascom e titolare di un distributore Eni in via Emilia Ponente, parla di «buffonata». «I cartelloni coi prezzi medi giornalieri? Creeranno solo confusione ai clienti che non capiranno più qual è la tariffa del carburante. I prezzi sono esposti ovunque, magari ci sarà qualche disonesto, ma si sta esagerando. Se aumentano i costi, non è colpa dei gestori…». Resta il fatto che, nei giorni scorsi, si sono toccate cifre oltre i 2 euro al litro. «Da me, ora, il servito è a 2,067 euro e il gasolio a 2,097. Per il self siamo col diesel a 1,877, mentre super a 1,847. Qualcosina può variare da zona a zona, ma dei cartelli con 2,50 euro al litro non ne ho visti…».

In linea anche Confesercenti che a livello nazionale parla di «autogol». Michele Rosati, coordinatore locale di Faib Confesercenti, attacca: «Il cartelloni? Assurdi. La nostra categoria, i benzinai, sono stanchi», ripete più volte. E aggiunge: «L’obiettivo del provvedimento del governo è sbagliato. Il benzinaio è l’ultimo anello della catena… Se proprio devono metterci nel mirino, facciano i controlli dove i prezzi sono sopra i 2 euro e sotto 1,8 euro». Sulle barricate anche Cosimo Quaranta, presidente di Cna Trasporti-Fita che rappresenta le piccole e medie imprese del trasporto merci e persone. 

«Il taglio dello sconto delle accise è stata una manovra improvvida che ha dato il via alla speculazione. Si parla di 25 centesimi al litro, serviva un passaggio più graduale», si lamenta Quaranta. Da qui, il problema per gli autotrasportatori rischia di andare fuori controllo: «Il prezzo ha ripreso a oscillare tra 1,85 e 1,95 euro al litro, per molte delle nostre imprese si registreranno perdite importanti». Perdite che colpiranno soprattutto i camionisti. «Molte aziende operano su contratti e clausole più elastiche che arrivano all’adattamento dei prezzi entro una trentina di giorni. Da qui, mancato sconto sulle accise va a finire che lo pagano tutto gli autotrasportatori. Dal governo servono interventi forti, l’incertezza ci sta uccidendo», insiste Quaranta. Che provoca: «Servono più i riflettori accesi sul caro-carburante rispetto ai cartelloni coi prezzi medi giornalieri da esporre alle pompe di benzina…». 

Rosalba Carbutti, Il Resto del Carlino – 12 gennaio 2023

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