Da due giorni in buca le lettere che sanciscono la parte finale dell’iter d’approvazione, anziani spaesati Il nostro racconto. Ribolle via Emilia Ponente, c’è paura di cantieri infiniti: «Qui i negozi chiudono già»
«Guardi, mia mamma di 87 anni quando dovrò portarla a fare una visita cosa farò, volerò? Sono cose che abbiamo detto e ridetto al Comune ai tanti incontri che ci sono stati. Ma niente. Qui non c’è nessuno che non sia arrabbiato per questo scempio, e la cosa divertente è che queste lettere sono pure illeggibili». Lorena Franchi è tra quei cittadini che due giorni fa non è saltato sulla sedia nel veder spuntare una lettera del Comune in buchetta. Siamo in via Emilia Ponente, in Santa Viola, terra di cordoli e di elezioni perse perché il traffico è una cosa seria, e proprio per questo i cittadini nutrono una sorta di rassegnazione. ’Allora lo fanno davvero’. Le lettere sono quelle che comunicano la pubblica utilità del tram, della Linea Rossa che da Borgo Panigale arriva a Fico, gli avvisi erano già arrivati tempo fa. In più prima della manleva vera e propria ci sono 30 giorni per opporsi (e portare a casa più entrate dagli indennizzi). Ma di fatto siamo al salto senza rete.
A Santa Viola, a Borgo Panigale, in Bolognina e pure al Pilastro, a meno di clamorosi ribaltoni governativi il tram passerà. E parte dei cittadini che vive da queste parti non ha cambiato idea, si continua a discuterne sui social. «Si immagini lei, se tutte le persone anziane per questi espropri faranno dei calcoli precisi», continua Franchi, che abita al 241 di via Emilia Ponente dove proprio davanti a una serie di negozi verrà temporaneamente espropriato un marciapiede. Di fianco al quale peraltro i cittadini parcheggiano. «Nessuno nell’ultima campagna elettorale è venuto qui a parlarci dell’opera con franchezza. Isabella Conti e i suoi sì, ci hanno detto che l’avrebbero rivista. Ma poi le primarie le hanno perse».
Lorena Franchi sembra non avere più fiducia. «Una volta votavo Pd, l’ultima non ci sono nemmeno andata. Perché? Prendono decisioni assurde, le città devono essere amministrate da chi le vive – incalza ancora Franchi –. I cantieri del tram danneggeranno i negozi e ancora per la sicurezza siamo preoccupati, qui rischia di diventare un postaccio. I bus elettrici non erano meglio? La città 30 produrrà più inquinamento».
Arrivando nei pressi del Pontelungo, chiuso ai mezzi in uscita dalla città, chiacchieramo con alcuni abitanti dei palazzi intorno, che vogliono rimanere anonimi. «Qui in tanti il tram non lo vogliamo, perché il Comune continua a fare le cose tirando dritto, senza ascoltarci, e i cantieri saranno una mazzata. E poi queste nuove lettere di esproprio, il link al quale collegarsi è un labirinto, Pensavamo che la destra lo fermasse». Dell’enigma dei file da ’capire’ in rete è stata informata Manuela Mazzacurati, che amministra tanti condomini in città e alcune unità in Santa Viola. «Nessuna password per entrare e leggere i file, in molti si sono trovati in difficoltà davanti a dei veri e propri elenchi telefonici – spiega Mazzacurati –. Cosa le devo dire, mi ricorda l’esperienza con l’alta velocità anni fa in via Carracci, ma qui è peggio: al palazzo espropriato in Santa Viola abbiamo appena rifatto la facciata. E ora ci mettiamo davanti un bel cantierone di anni? Siamo all’assurdo. E si sta tirando dritto».
L’amministratrice di condominio spiega anche perché tramite il suo ruolo non può fare da capofila per le osservazioni dei cittadini sul progetto. «E’ purtroppo una perdita di tempo, l’ho visto con la Tav, le istituzioni non ricevono gruppi di persone con l’amministratore. Ma nemmeno una sola, quindi ogni persona deve fare da sola – spiega Mazzacurati –. E pensi ai più anziani. Cosa ne penso io dell’opera? Che è una schifezza, ideata senza ascoltare i cittadini e i cantieri saranno un disastro economico per le attività commerciali sul tracciato».
di Paolo Rosato, il Resto del Carlino, 15 dicembre 2022