Il presidente di Fedagromercati furente per la notte di blocco «Niente da dire contro gli scioperi, ma è la quarta volta in un anno. Per di più, noi siamo meri utenti delle aziende contro cui si protesta»
È il «quarto sciopero in un anno. Non ce la facciamo più». Valentino Di Pisa, presidente di Fedagromercati, è esasperato dopo l’ennesimo sciopero con annesso blocco degli accessi al Caab indetto dal sindacato Si Cobas, per protestare contro i licenziamenti di tre loro delegati sindacali da parte di coop della logistica.
Di Pisa, qual è la situazione?
«In questi mesi abbiamo sopportato e mediato, abbiamo cercato di capire i problemi e se possibile risolverli. A quanto pare però questi si acuiscono sempre e non si trova una soluzione definitiva. In più, il malcontento non è legato a questioni che dipendono da noi aziende grossiste: noi siamo solo soggetti passivi, utenti delle cooperative di logistica che loro contestano. Se all’interno di queste aziende, poi, si fanno scelte per cui finisce per essere licenziata una persona per motivi disciplinari, non possiamo intervenire. Ciò nonostante, la ricaduta di questi scioperi è sulle nostre spalle».L’altra notte cos’è successo?
«Quella di domenica sera è stata l’azione più eclatante: hanno bloccato gli ingressi al Centro agroalimentare per ben dodici ore, dalle 18 alle 6 del mattino dopo. A fine ottobre erano rimasti fino alle 4».Avete fatto una stima dei danni?
«Non abbiamo ancora fatto il calcolo del danno materiale, ma il dato dei pallet in meno scaricati e venduti è del 30 per cento. Un numero altissimo e parliamo sia di attività di scarico sia di vendita. Molte aziende che ci forniscono la merce, oltre a noi riforniscono altri mercati, perciò chi ha potuto è uscito dalla lunga fila che si era creata e se ne è andato a proseguire le proprie consegne. Lo stesso hanno fatto alcuni acquirenti: chi aveva furgoncini piccoli magari è riuscito a entrare, ma ha acquistato poco, molto meno rispetto al solito; altri, con automezzi grandi, se ne sono andati e si sono rivolti altrove. Un rischio per noi, che potremmo perdere il cliente che a forza di disagi si abitua ad andare a comprare da un’altra parte».Insomma, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso?
«Finché la ’sofferenza’ era sopportabile e il disagio contenibile non c’è stato problema, lo sciopero sindacale è un diritto e noi non avremmo mai detto niente, anzi abbiamo sempre cercato mediazioni. Ma bloccare l’attività di chi ha necessità di lavorare e soprattutto interrompere un servizio pubblico è troppo. Per di più se si fa per una protesta che, come detto, non riguarda noi, che abbiamo sempre riconosciuto le tariffe contrattuali ai nostri dipendenti e ci comportiamo con correttezza».Ieri, parlava di sporgere denuncia e chiedere i danni per lo sciopero.
di Federica Orlandi, il Resto del Carlino, Bologna, 15 novembre 2022
È così? «Mi sono rivolto a un legale per ragionare sul da farsi. Intanto, aspettiamo il tavolo di mercoledì (domani, ndr) in Prefettura, perché preferirei si trovasse una soluzione ’tranquilla’, in generale sono sempre a favore della mediazione. Ma se questi disagi dovessero perdurare, saremo costretti a procedere. Capiamo le lamentele contro le cooperative di logistica e alcuni datori di lavoro, ma noi utenti non abbiamo colpa. Eppure non ci permettono di lavorare».