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Poco ma buono, tartufo bianco alle stelle

Al via la festa di Savigno in un anno condizionato da caldo e siccità: raccolto calato del 50%, quotazioni da 3.500 a 7.000 euro al chilo

VALSAMOGGIA Dieci giorni di festa al profumo di un tartufo raro e carissimo da domani a Savigno, dove prende il via l’edizione numero 39 di ‘Tartofla’: festival internazionale del tartufo bianco con la celebrazione della pratica della ‘cerca’ e cavatura del più raro e prezioso tra i frutti del bosco, come ha riconosciuto l’Unesco col titolo di patrimonio immateriale dell’umanità. Un titolo più che mai appropriato in un’annata che si avvia assai più scarsa di quanto si prevedeva, per via dell’effetto combinato prima della siccità e poi delle alte temperature. Come ha chiarito ieri mattina nella sede di ExtraBo in piazza Maggiore a Bologna Roberto Fattore di Appennino Food Group: «Le piogge di giugno e di agosto ci avevano illuso su un’annata migliore almeno dello scorso anno, e invece non sarà così, perché un buon tartufo bianco ha bisogno di umidità, nebbia e freddo. Stimiamo che sui colli bolognesi manchi all’appello un buon 50% degli anni normali».

Prima conseguenza: la poca (ma buona) trifola che si trova ha un prezzo che oscilla a seconda della pezzatura tra i 3.500 e i 7.000 euro il chilogrammo. «Nelle cucine di ristoranti, trattorie, agriturismi e Pro loco si supplirà anche con un buon tartufo nero ‘uncinatum’ e comunque evitando aromi sintetici», ha chiarito l’assessora al turismo di Valsamoggia Federica Govoni nel presentare un programma di iniziative che da domani occuperanno feste e fine settimana fino al 20 novembre. Prima di tutto mercati e mercatini di prodotti tipici, frutte e verdure, vecchi oggetti e frutto dell’arte e dell’ingegno. Poi una completa retrospettiva dell’arte di Vittorio Gnudi, le cui opere verranno esposte nel teatro Frabboni.

Ricca la proposta gastronomica dentro e fuori il paese, con il focus sul grande ristorante allestito nel tendone della Pro loco sul parcheggio della bonifica. «E’ sempre più accogliente e con piatti curati – promette Alessandro Fiori –, affidati al lavoro dei nostri volontari e tanti giovani. Con menù che varia e i prezzi che per correttezza seguiranno le quotazioni del tartufo settimana per settimana». Medardo Montaguti di Confcommercio-Ascom insiste sulla qualità dell’offerta degli operatori locali, che saranno aperti per offrire il meglio a un numero di avventori che negli anni pre Covid arrivarono quota 50mila. Attratti certamente dal frutto del bosco, ma anche dalle iniziative sportive, culturali, e dalle visite guidate ai luoghi di storia e paesaggio dell’alta valle del Samoggia. E poi l’esperienza sempre emozionante di seguire un Lagotto mentre cerca e scova il suo tesoro nella tartufaia comunale Le vigne.

Gabriele Mignardi, Il Resto del Carlino – 28 ottobre 2022

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