Postacchini: «Il caro energia è un’emergenza, più del Covid». E Tonelli ribadisce: «Troppi ostacoli per gli imprenditori, serve un intervento per ridurre il costo del lavoro»
Legalità, coesione sociale, riforma del fisco, caro bollette, sostenibilità, transizioni ecologica e digitale e innovazione. Il carnet delle richieste di Confcommercio-Ascom Bologna ai candidati alle elezioni del 25 settembre è corposo e dettagliato. Ieri, nella sede Ascom di Strada Maggiore, moderato da Valerio Baroncini, vicedirettore de il Resto del Carlino, si è tenuto il confronto a quattro dal titolo ‘Le ragioni delle imprese, la responsabilità della politica. Le proposte del terziario per la prossima legislatura’. All’incontro hanno partecipato i candidati Virginio Merola (Pd, centrosinistra), Galeazzo Bignami (Fd’I, centrodestra), Marco Lombardo (Azione, Terzo Polo) e Fabio Selleri (M5s). Cinque domande con il mandato chiaro delle imprese bolognesi alla politica: fare subito, fare presto. Per quel concetto di concretezza e soprattutto di competenza, necessaria per chi governa, che la categoria ha bene a fuoco, come ha sottolineato dal palco del confronto a quattro di ieri Enrico Postacchini.
«Nel programma presentato ai candidati ci sono dieci punti, tutti temi a noi cari, dall’Europa alla coesione economica e sociale, dalla riforma dell’Irpef alla riforma del catasto e la graduale abrogazione dell’Irap – ha argomentato il presidente dei commercianti –. Ci vogliono aiuti efficaci, oggi l’emergenza è il caro energia, abbiamo chiesto di ridisegnare un nuovo codice dell’emergenza, congelando per esempio i mutui bancari e le rate fiscali. Sono tempi molto duri, forse di più che in pandemia, i commercianti non possono trovarsi nella condizione di dover scegliere tra pagare le bollette alle stelle e pagare gli stipendi dei dipendenti».
Poi, il tema sensibile delle infrastrutture energetiche. «Sulle rinnovabili il cammino è lungo, non possiamo avere già le infrastrutture necessarie domani sui tetti delle nostre case in centro, ci sono i vincoli da superare», ha aggiunto Postacchini, rimandando chiaramente a uno dei punti del programma di Ascom, ovvero l’esame delle alternative con il rafforzamento delle «infrastrutture di importazione del gas e la produzione del gas».
A margine del confronto ha dichiarato anche Giancarlo Tonelli. «Chiediamo questa volta più che mai di ascoltare le voci delle imprenditrici e degli imprenditori, che hanno vissuto anni difficilissimi – ha sottolineato il direttore di Ascom Bologna –. Penso ai due anni di Covid, e penso agli strascichi del conflitto Russia-Ucraina. Due i temi importanti in particolare. In primis il costo del lavoro, oggi in Italia il lordo per le imprese è troppo alto. In secondo luogo, per i lavoratori dipendenti il netto è ancora troppo basso. Bisogna quindi invertire questa situazione, penalizzante per tutti, serve un intervento deciso sul cuneo fiscale». Insomma, per Tonelli «il costo per fare impresa in Italia è ancora decisamente troppo alto. Attenzione, il momento è molto delicato, qualunque sia il governo che uscirà dal voto di domenica dovrà mettere a terra un lavoro profondo – ha chiosato – per evitare anni di crisi».
LE DOMANDE AI CANDIDATI:
1 Bollette per famiglie e imprese alle stelle, la ricetta per intervenire concretamente
2 I progetti dal punto di vista fiscale e del costo del lavoro
3 Reddito di cittadinanza, sì o no
4 Lavoro dignitoso, come mettere insieme i bisogni delle imprese assieme a quelli dei lavoratori che aspirano ad avere un impiego ‘decente’
5 In tre parole come riassumete il vostro impegno per il territorio, e le sfide per Bologna.
VIRGINIO MEROLA (candidato al collegio uninominale alla Camera di Bologna città (Pd, coalizione di centrosinistra)
«La flat tax è un errore. Nucleare? No, grazie»
«Oltre al tetto europeo il governo dovrebbe mettere un suo limite al prezzo del gas».
1 «Servono misure immediate, come l’introduzione di una bolletta sociale per i redditi più bassi. Ok al tetto al prezzo del gas, e il governo italiano dovrebbe predisporre un proprio tetto. Bisognerà poi insistere sulla transizione ecologica, si spinga sulle rinnovabili e sui nuovi rigassificatori, come quello di Ravenna. No invece al nucleare, che ha tempi troppo lunghi. Dove lo fai? Dove metti le scorie?». Infine la battuta con gioco di parole: «Ascom è il contrario di ‘mosca’: dobbiamo essere indipendenti, ma dobbiamo anche essere capaci di cedere sovranità». 2 «Bisogna ridurre il cuneo fiscale, sì al salario minimo. La Flat tax però è il contrario della giustizia sociale, fa parti uguali tra diseguali. Abbiamo molto da recuperare dall’evasione, altro che pace fiscale. E tutto il commercio deve essere compreso nei provvedimenti del Pnrr». 3 «Il reddito di cittadinanza va modificato, non abolito. È mancato totalmente il funzionamento dei centri per l’impiego. Dobbiamo creare lavoro, ma senza perdere equilibrio e scadere nella demagogia. Si prenda ispirazione dalla Germania: lì, dopo 2 o 3 rifiuti alle offerte di lavoro, si perde il diritto al sussidio». 4 «Bisogna investire in orientamento e formazione e creare opportunità: nell’ultimo anno circa un milione di persone ha cambiato lavoro. Dobbiamo correre nell’innovazione digitale e nella sanità, dove mancano 80mila tra medici e infermieri». 5 «Il mio lavoro da sindaco lo conoscete, dai T-Days al welfare, in Parlamento servono persone competenti. Sarò sempre dalla parte di Bologna». La battuta con pacca sulla spalla del suo ex assessore Lombardo, ex dem. «Capacissimi di farci del male da soli. Ma nessun rimorso».
GALEAZZO BIGNAMI, capolista nel listino plurinominale che comprende anche Bologna (Fd’I, coalizione di centrodestra)
«L’Irap va cancellata. E il lavoro riformato»
«Reddito di cittadinanza da abolire completamente: troppi miliardi buttati, meglio diminuire le imposte».
1 «Sì al credito d’imposta sui costi dell’energia sganciato dai codici Ateco, un credito d’imposta, quindi, non soltanto a favore delle imprese energivore. E sulle infrastrutture non possiamo dire ’no’ al nucleare, dobbiamo riprenderlo. È dal settembre del 2021 che Fratelli d’Italia dice in tutti i modi a chi governa come contrastare il caro-bollette, il governo ci è arrivato con mesi e mesi di ritardo». 2 «Sì alla progressiva abolizione dell’Irap. E non credo in questo momento agli scostamenti di bilancio: prima di fare debito, dobbiamo relazionarci con l’Europa e rivedere insieme alcuni strumenti, come il patto di stabilità. Sì alla Flat tax incrementale, bisogna consentire la tassazione al 15% rispetto a chi fa di più dell’anno precedente». 3 «Il reddito di cittadinanza va abolito, ha causato una distorsione del mercato del lavoro, ha creato concorrenza tra gli imprenditori e lo Stato e come politica attiva ha fallito. Usiamo tutti quei miliardi per tagliare il costo del lavoro, lo Stato deve dare a chi fa di più, produrre non può diventare un peccato». 4 «Lo Stato deve valutare anche il merito. Pari condizioni di partenza, ma il resto lo fa il mercato. Riguardo la riforma del mondo del lavoro bisogna andare avanti nel solco del lavoro di Marco Biagi. Lo Stato lasci più soldi in tasca a chi assume di più, perché produce di più». 5 «Basta burocrazia, sì a un governo stabile che duri cinque anni e faccia le giuste riforme. Se andremo al governo, collaboreremo anche con Bologna, anche se il sindaco Lepore è ostile e difficoltoso. Il Pd ha sempre la capacità di trovare qualcuno che fa peggio di quello che c’era prima», la battuta finale.
FABIO SELLERI, candidato M5s nel collegio uninominale al Senato che comprende Bologna
«Stop ai rigassificatori. Salario minimo, avanti»
1 «Non sono utili nuovi rigassificatori, utilizziamo quelli che ci sono, siamo costretti a utilizzare gas nell’immediato, sul lungo periodo invece la strada è quella degli investimenti sulle rinnovabili. Come il gas, anche idrocarburi e petrolio stanno finendo. Per aiutare le famiglie e le imprese serve un intervento deciso della finanza pubblica». 2 «Sì al salario minimo, le retribuzioni dei lavoratori hanno perso potere d’acquisto, calcoliamo con questa riforma una spesa a livello nazionale di circa 5 miliardi di euro. Serve il taglio completo dell’Irap e, ovviamente, il taglio del costo del lavoro, con una defiscalizzazione che aiuti finalmente le imprese». 3 «Il reddito di cittadinanza è irreversibile, non si può pensare di buttare giù un provvedimento che ha salvato quattro milioni di persone dalla povertà. Il reddito deve esistere, bisogna però decidere come. Forse qualcosa non ha funzionato nei centri per l’impiego, ma il Movimento c’entra molto relativamente, in alcuni Comuni di segno politico avverso non hanno applicato al meglio la legge. La proposta è quella di potenziare l’attuale piattaforma nazionale dell’Anpal, per superare i centri per l’impiego e mettere un freno ai troppi rifiuti». 4 «Occorre limitare i contratti a tempo determinato, laddove vengano troppo reiterati e male applicati, spesso solo per conoscere il lavoratore. E si migliori la qualità del lavoro». 5 «Occorre sicuramente regolare l’eccessiva circolazione della moneta. E tengo molto al trasporto pubblico, a Bologna c’è ancora troppa ’gomma’: si investa in soluzioni green, qui ci batteremo per questo».
MARCO LOMBARDO, candidato nel collegio uninominale al Senato che comprende Bologna (Azione, Terzo Polo)
«Mai più navigator. Si investa nell’hi-tech»
1 «C’è un’emergenza, si intervenga subito o il costo sociale diventerà insostenibile, con il rischio del razionamento delle produzioni. Sì allo scostamento di bilancio, ma solo per questo motivo. Il fabbisogno energetico italiano non si può coprire soltanto con le rinnovabili, non siamo il Portogallo, quindi sì ai nuovi rigassificatori e al nucleare di ultima generazione. Del resto queste ultime due fonti di energia sono state incluse nella nuova tassonomia green varata dall’Unione Europea. La produzione energetica è un tema di sicurezza nazionale». 2 «Il salario minimo è un obbligo, così come stabilisce l’ultima direttiva europea, che dà 18 mesi ai Paesi membri per adeguarsi. Il tema è come farlo. Subito il taglio del cuneo fiscale, sono d’accordo con Bignami, produrre non può diventare un peccato, sì a una maggiore detassazione della produttività». 3 «Su cento percettori del reddito di cittadinanza, solo 4,5 hanno trovato lavoro. Si guardi alla Germania: se rifiuti le offerte di lavoro, perdi il reddito. Sì quindi a un reddito minimo garantito, ‘no’ ai navigator e all’assistenzialismo». 4 «Non è vero che l’automazione farà perdere posti di lavoro, ed è un’idiozia la proposta (del leader Pd, Letta, ndr) dei tirocini e degli stage pagati. Dobbiamo garantire la sicurezza, non trasformare i ragazzi in lavoratori, quello del lavoro ’decente’ è un tema, serve investire in qualità, industria 4.0 e digitalizzazione». 5 «Al centro coraggio e competenza, bisogna mandare in Parlamento persone che ci saranno, per Bologna, anche dopo il 25».
Paolo Rosato, Il Resto del Carlino – 21 settembre 2022