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Bollette choc, gli aiuti non bastano. «Molte piscine dovranno chiudere»

Gestori sconsolati: «I costi per il riscaldamento dell’acqua, ora che l’estate è finita, sono ormai insostenibili»

Che le piscine possano ‘affogare’ appare quasi un ossimoro. Ma i rincari dei costi energetici, oggi, rendono possibile persino questo scenario. Le cifre «insostenibili» che le attività sono richiamate a fronteggiare, infatti, sembrano travolgere come un’onda anche le piatte superfici di acqua e cloro, in vista di un autunno – e ancor di più di un inverno – dove sarà pressoché impossibile continuare a tenere il passo con «prezzi schizzati ormai alle stelle». Per sostenere gli impianti, la Regione ha infatti approvato gli esiti del bando per i ristori ai gestori delle piscine, gestito da Unioncamere: 26 le attività che hanno avuto accesso provvisoriamente al milione di euro di contributi a fondo perduto, in attesa dell’approvazione definitiva che seguirà le ultime verifiche sulla regolarità contributiva delle imprese. Tra le aziende, 22 hanno dimostrato un calo di fatturato superiore al 30% nel 2021 rispetto al 2019 mentre quattro sono società che hanno aperto dopo il primo gennaio 2019.

La paura, però, si fa ogni giorno sempre più concreta: «Il rischio è quello di chiudere i battenti come è già successo ad altre piscine della regione – racconta Donato Monaco, dirigente President Nuoto Club Bologna – gli aspetti più critici sono il riscaldamento e l’energia elettrica, motori di questa realtà, che devono funzionare ventiquattro ore al giorno per scaldare la vasca. Quest’estate ci ha pensato la natura, le alte temperature, ma quello che ci ha messo in crisi è la bolletta elettrica: combinando ora i due fattori, le aspettative diventano pericolose. Abbiamo provato a sollecitare il Comune per un aiuto, perché servono interventi rapidi per cui siamo ancora in attesa». Realtà, queste, che rischiano ora di rimanere in ginocchio «in quanto fortemente energivore – continua Monaco –. Teniamo presente che l’acqua della piscina in cui si nuota può anche girare intorno ai 27 gradi, ma dove si fanno i corsi per i bambini piccoli bisogna raggiungere i 29 gradi. E l’acqua che esce dall’acquedotto, quando va bene, è a sei gradi: il gap è importante». L’incubo è confermato dalle cifre, impresse nero su bianco: «La bolletta della luce nel mese di luglio, ammontava l’anno scorso a 2.800 euro. Quest’anno a 17mila: numeri impressionanti». 

Ogni piscina però ha la sua storia. Quella olimpionica Carmen Longo, ad esempio, «ha vissuto una presenza importante di persone negli ultimi mesi, che hanno apprezzato la possibilità di qui a nuotare – spiega il general manager Alberto Vecchi – da questo punto di vista, siamo più che contenti. Ma purtroppo c’è da dire che nemmeno il momento fortunato, con buone entrate, copre in alcun modo gli aumenti delle utenze ormai quadruplicate». Un problema che accomuna tutte le aziende energivore, dalle ceramiche ai fornai «dove serve un intervento che parta dallo Stato: è una partita che si può risolvere solo a livello governativo. Se la situazione rimane questa e non vi è nessun intervento importante capace di riportare i prezzi a livelli sostenibili, sarà necessario fare delle scelte: alcune proveranno a rimanere aperte, altre saranno invece costrette a chiudere. Qualsiasi piscina, però, non potrà fronteggiare la situazione per più di un anno se lo scenario rimane il medesimo». Netta l’analisi di Vecchi: «Chiudere nei freddi mesi invernali? Metterebbe a repentaglio il mondo dello sport, che ci ha portato medaglie su medaglie. Non si può fare attività agonistica con uno stop di 4 mesi». 

Non si discosta Armando Ballotta, presidente di Sogese, società cooperativa sportiva dilettantistica che gestisce impianti sportivi a Bologna e Provincia. «Situazione complessa: bisogna fare ciò che da tanto tempo si ipotizza, una revisione impiantistica, per riuscire a rendersi il più possibile autonomi da queste speculazioni sul fronte energetico – afferma –. Ciò che potevamo fare per contenere costi e consumi, lo abbiamo fatto: davanti a rialzi del 400% però, anche riduzioni del 100% risulterebbero inutili. L’auspicio è che lo Stato riesca a trattare con i colossi energetici e intervenire negli scostamenti di bilancio». 

Giorgia De Cupertinis, Il Resto del Carlino 19 settembre 2022

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