Bologna, apre la nuova Villa Bellombra. L’ad Averardo Orta: investimento privato di 21 milioni. «Aiutiamo il paziente a raggiungere i suoi traguardi con i fisioterapisti e i supporti robotici»
Villa Bellombra è un cantiere in via di ultimazione, con caratteristiche così particolari da non rendere immediatamente riconoscibile la sua natura di centro specializzato nel recupero di disabilità neurologiche e ortopediche: tante vetrate, da una si vede sullo sfondo San Luca, tre reparti tutti su un piano, cinque palestre, riabilitazione robotica, una piscina, grandi spazi e all’ingresso le segnalazioni per il bar-bistrot. La parola chiave è innovazione. Il nostro sopralluogo si svolge mentre sono ancora in corso i lavori per l’inaugurazione attesa a metà mese.
«Per la realizzazione della struttura privata accreditata con il servizio sanitario nazionale non abbiamo usufruito di alcun fondo statale né di agevolazioni – chiarisce immediatamente Averardo Orta, amministratore delegato e guida del nostro tour –, si tratta di un’iniziativa imprenditoriale privata costata 21 milioni. La posa della prima pietra risale a due anni fa. Siamo andati in giro per il mondo, in Nuova Zelanda, negli Stati Uniti e in Giappone, con l’obiettivo di vedere di persona le ultime novità per assistere pazienti che hanno bisogno di riabilitazione dopo un ictus, traumi cerebrali, incidenti stradali o interventi chirurgici particolari. A Boston ci ha colpito, in particolare, una struttura sul fiume piena di luce».
I tre reparti di Villa Bellombra sono uguali nella disposizione: «Ognuno ha 33 posti, le camere sono a due letti, ma ce ne sono alcune singole, mentre altre possono ospitare anche un familiare. I reparti hanno un baricentro dotato di una cucinetta, una guardiola, un ambulatorio medico e una sala polivalente dove arriva tanta luce naturale », spiega Orta. La costruzione traduce fedelmente l’idea di fondo, ossia offrire al paziente, protagonista della cura, la possibilità di raggiungere piccoli obiettivi, uno dietro l’altro, per ottenere più velocemente i risultati.
«Abbiamo tenuto conto di tutto questo quando qui, a pochi chilometri dal centro e ancora nel Comune di Bologna, ragionavamo su come valorizzare il terreno acquistato decenni fa da mio nonno Giovanni che già allora pensava a una moderna struttura sanitaria – ricorda Orta –. A Villa Bellombra, aderente al Consorzio Colibrì, per entrare nel concreto, a chi è immobilizzato, i pasti all’inizio verranno portati al letto, poi al tavolo nella stanza, più avanti nel salone in fondo al reparto e infine il paziente potrà dare appuntamento al bar per un caffè ai suoi terapisti, ai familiari o agli amici. Quindi il bar non è solo una zona ristoro, ma uno dei traguardi dell’alleanza terapeutica tra il ricoverato e l’équipe sanitaria. Qui – l’ad indica la postazione – una parte del bancone è ad altezza di carrozzina per andare incontro alle esigenze degli ospiti».
La riabilitazione intensiva robotica è tra i punti di forza della nuova Villa Bellombra, che riceverà parte delle apparecchiature presenti nell’omonima clinica al centro della città per la quale si troverà un’altra destinazione. «Avremo dei macchinari all’avanguardia come l’esoscheletro Locomat Pro, unico a Bologna, per la riabilitazione assistita dell’arto inferiore – assicura Orta – che viene svolta attraverso un allenamento in un ambiente virtuale per un effetto motivante e coinvolgente. Il paziente, infatti, ha davanti uno schermo dove può vedere il proprio avatar che si muove in base agli stimoli inviati dall’esoscheletro. La nostra dotazione prevede anche la presenza di altri macchinari all’avanguardia, come Armeo Spring e Armeo Pover dedicati all’arto superiore. Sono tutti supporti robotici che integrano il lavoro dei fisioterapisti».
La struttura, oltre ai ricoverati, sarà aperta anche agli esterni, in particolare per l’attività robotica e la riabilitazione ambulatoriale, compresa la fisioterapia in piscina. «Apriremo anche un poliambulatorio – anticipa Orta – e siamo pronti a ospitare le scuole nel giardino giapponese, con tanto di laghetto, pensato come ultima tappa per chi è prossimo alle dimissioni». Questa ultima realizzazione è sorta accanto ad altre Cra della famiglia Orta e «così abbiamo creato un polo sanitario di 340 posti letto accreditati, con oltre quattrocento dipendenti», fa i conti l’ad.
Donatella Barbetta, Il Resto del Carlino – 11 settembre 2022