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Movida, i bar chiedono controlli a tappeto

I gestori dei locali in zona universitaria dopo la stretta anti-alcol del Comune: «Noi ci impegneremo, ma serve un cambio radicale»

Da «vita notturna» a «mala movida» il passo è breve. A volte brevissimo. E quando le saracinesche si alzano, i gestori dei bar indossano, sotto la divisa, i panni da ’guardiani della notte’. Anche per questo, lungo le strade della zona universitaria, l’appello dell’amministrazione comunale sembra essere ben accolto da chi sta al di là del bancone. Dai presidi fissi nei week end per aumentare la sicurezza, alle iniziative culturali che mirano a incentivare la socialità sana, fino alla lotta contro l’abuso di alcol. «Questa zona merita di essere riqualificata. Anche e soprattutto attraverso patti di questo tipo, che richiamano le attività coinvolte a prestare attenzione e fare un passo in avanti per tutelare cittadini e clientela – precisa Cristiano Saccà del Caffè Petroni –. Prima questo locale era una cicchetteria, ma dal 2019 abbiamo deciso di portare a termine un investimento importante, al fine di unire il piacere del bere anche quello del cibo, garantendo prodotti d’eccellenza».

Una scelta che ha consentito, così, anche «di alzare la qualità e le proposte per contrastare il degrado che limita la sicurezza. Se la via è più sicura, lo sono di conseguenza anche le persone che vengono a trovarci». Fa eco Roberta Florini, del Caffè Floriano. «I controlli non fanno mai male. Così come una maggior illuminazione e più street tutor – afferma –. Sono buoni provvedimenti, certamente ben pensati».E poi ancora: «La confusione in queste strade non manca, soprattutto nelle ore notturne. Ed è giusto intervenire, fare rete insieme per raggiungere gli obiettivi – sottolinea Francesco Barsotti di ’Al Rinascimento’ –. C’è da dire, infatti, che capita di essere infastiditi da soggetti particolari e non solo nei fine settimana: in estate, ad esempio, abbiamo avuto problemi anche durante gli altri giorni e per questo sarebbe bene rendere i controlli più continuativi.

La sicurezza, infatti, assume un ruolo chiave». Veronica Cenisio, del bar in via delle Belle Arti, non ha dubbi. «Ogni mattina, in queste strade, ci sono resti delle serate precedenti: bottiglie, sporcizia. Le serate qui possono essere davvero pericolose e non solo per l’ambiente – spiega –. È un bene che ora si possa ragionare insieme, locali e amministrazione, per guardare verso uno scenario più sicuro». Qualche metro più in là, però, c’è anche chi non è del tutto d’accordo. Come Stefano Delfiore, dell’antica drogheria Calzolari. «Noi siamo in via Petroni dal 1959. E abbiamo la pelle più dura di quella dei coccodrilli – ironizza –. La situazione qui è preoccupante e interventi di questo tipo possono sì servire, ma non risolveranno la situazione. Gli street tutor, al massimo, consentiranno il passaggio delle automobili tenendo a bada la ressa di persone fuori dai locali, ma negli anni quello che è stato fatto non ha mai portato a un cambiamento radicale. Che è, in realtà, ciò che davvero necessita la zona».

Non solo. «Bisognerebbe dare più spazio a giovani artigiani e aprire nuove attività sotto questi portici, dai calzolai ai sarti – afferma – e non locali che portano soltanto del degrado. Questo sarebbe l’unico modo per intervenire e restituire dignità alle strade»

di g.d.c, il Resto del Carlino, 31 agosto 2022

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