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«Caab, nuova stagione con più mercati rionali e consegne a domicilio»

Una società di servizi al territorio, che oltre che di ortofrutta, si occupa di consegne dei prodotti a domicilio con veicoli elettrici e produzione di energia rinnovabile nelle comunità energetiche

«Per­ché Bologna è Bologna se fa busi­ness sociale e se promuove la cultu­ra del buono in tutti campi, anche alimentare e logistico», dice Marco Marcatili, responsabile sviluppo cli Nomisma, appena nominato presi­dente del Caab, su indicazione del sindaco Matteo Lepore.

Il suo nome era uscito come possibile assessore: è uscito da una finestra per rientrare dall’altra?

«Non ho bussato da nessuna parte, se mi è stata riconosciuta una qualche competenza mi fa piacere, questa carica la prendo come un servizio per la città e un apprendimento. Del resto arrivo al Caab a irrobustire una squadra già molto forte. Credo che il sindaco sia stato stimolato dalla mia esperienza in Nomisma sullo sviluppo sociale ed economico delle città».

E il Caab cosa c’entra?

«C’entra perché il Caab è uria società in equilibrio finanziano, che ha restituito il debito al Comune e ha un indotto importante. A fine 2023 poi scadono le concessioni agli operatori, sarà una fase delicata. Però va immaginata una nuova stagione, che lo renda una società strategica per la città. Io vedo due prospettive di sviluppo: mercati cittadini ed energia rinnovabile. Caab ha già un grande parco fotovoltaico e può aiutare la città a raggiungere l’obiettivo della “carbon neutrality”, contribuendo a creare nuove comunità energetiche. Siamo già dentro il progetto Geco al Pilastro, ma l’idea è di sviluppare tante comunità. anche in collaborazione con Hera. E stiamo valutando anche l’espansione del nostro parco fotovoltaico».

E sui mercati?

«In città ci sono 13 mercati rionali, noi ci possiamo proporre per farne nascere altri e sostenere i dettaglianti perché diventino più attrattivi per i bolognesi e i turisti, come avviene per esempio a Madrid, facendo in modo che offrano dall’ortofrutta al centrifugato, con orari più api di apertura. E poi vogliamo organizzare un sistema cli consegne sostenibili con veicoli elettrici: così come le grandi catene fanno autonomamente, noi vogliamo aiutare i commercianti a consegnare le merci a domicilio dei clienti. C_osì aiutiamo la città a ridurreCO2».

Vi mettete a fare le consegne?

«Possiamo organizzare servizi come le consegne. Il tema però non è solo far arrivare l’ortofrutta al dettagliante, ma trasmettere un’idea di cultura alimentare, anche con ristoratori e botteghe storiche. Andrea Segrè ha lavorato molto bene sullo spreco. Ora possiamo concentrarci sul cibo sano ed educazione alimentare».

E Fico? Viste le difficoltà, pensate di uscirne?
«Siamo un azionista rilevante, l’uscita da Fico non è all’ordine del giorno. Molti si stanno chiedendo se ha un modello di business giusto, il management ha proposto un piano di rilancio. Intanto tram e nuovo stadio avranno un impatto positivo. Ma visto che ci vorranno 2-3 anni per vederne gli effetti, la città è pronta ad aspettare? Non è forse meglio prepararsi e ragionare sul suo futuro? Anche perché quello del Caab è uno dei quadranti della città più espansivo con la Fiera, il nuovo stadio e così via».

Più in là c’è l’Interporto. Vi fondete con loro?

«Ci sono due società strumentali che si occupano, anche se in modo diverso, di logistica. Se vogliamo puntare su logistica etica ed evoluta bisogna decidere. Non c’è l’obiettivo della fusione, ma sinergie che si possono sviluppare. Credo si possa creare un coordinamento forte fra tutte le società partecipate come noi, Hera, Tper o lnterporto, per creare un “sistema Bologna” che consenta alla città di fare massa critica».

Marco Bettazzi, La Repubblica – 5 agosto 2022

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