Fumata nera al summit di ieri tra l’assessora Guidone, che non arretra, e le associazioni di categoria Resta uno spiraglio di mediazione, il confronto è in corso
Fumata nera all’atteso summit tra il Comune e le associazioni di categoria sulla stangata di piazza Santo Stefano, dove dal primo gennaio 2023, a meno di ammorbidimenti decisi nei prossimi giorni, non si potrà più chiedere di allestire dei tavolini all’aperto. Ascom e Confesercenti si sono fatti portatori delle istanze delle quattro attività della piazza, chiedendo all’assessora Luisa Guidone di sospendere la delibera che andrà in giunta martedì, per rivederla e ovviamente smussarla, uscendo dal cono d’ombra del saldo zero. L’amministrazione però ha detto di essere decisa ad andare avanti sul piano previsto, anche se a riunione finita trapelerebbe la possibilità di considerare alcune pieghe del confronto con le associazioni. «La discussione è in corso, ci sono margini su alcune riflessioni, ma gli intenti erano chiari fin dall’inizio», fanno sapere fonti di Palazzo, e lunedì all’incontro tra gli operatori e l’assessora si saprà se intanto qualche angolo verrà già smussato nel weekend.
Le associazioni ci sperano. La decisione del Comune sarebbe eminentemente politica, la filosofia (per altre forme, ovviamente) è simile a quella della stretta sulla Ztl ambientale, con tutti i mezzi a benzina e diesel che pagheranno per entrare in città: lo spazio pubblico va riequilibrato. Anche tagliando i dehors, per una piazza Santo Stefano che nelle idee di Palazzo d’Accursio dovrebbe essere la prima piazza monumentale italiana senza tavolini esterni. Vedremo se qualcosa cambierà nei prossimi giorni, il confronto è in corso. Le associazioni, infatti, stanno preparando contromosse e nuovi approcci. Ascom è molto determinata. «Abbiamo espresso in maniera molto chiara e trasparente la nostra posizione, quello di togliere tutti i tavolini dalla piazza è un errore grave che metterà in difficoltà i pubblici esercizi – spiega il direttore Giancarlo Tonelli -. Queste aziende nei prossimi mesi, se così rimarranno le cose, dovranno rivedere le politiche del personale, sono a rischio decine di posti di lavoro, e inoltre dovranno radicalmente rivedere il servizio di accoglienza». Poi c’è il tema del ritorno al passato. «Abbiamo segnalato all’assessora il rischio del ritorno di spaccio e degrado, la piazza rischia di peggiorare, ecco perché abbiamo richiamato il buon compromesso della disciplina dei dehors pre-Covid. Non si capisce la natura della decisione – conclude Tonelli – anche alla luce del dialogo che c’è stato sugli altri due piani d’area, Moline e San Gervasio-Belvedere, un’interlocuzione con un risultato migliore e un punto di caduta. La discussione su piazza Santo Stefano non è di fatto coerente con quell’impostazione».
Dura Confesercenti. «Abbiamo ribadito le cose già scritte nel documento di osservazioni: la disciplina pre-Covid raggiungeva un buon equilibrio, togliere tutti i dehors è un autogoal. Non c’è stato alcun segnale di apertura da parte del Comune, ne prendiamo atto – sottolinea Loreno Rossi, direttore provinciale di Confesercenti -. Continueremo nei prossimi giorni con il nostro tam tam nei confronti delle istituzioni, un pressing che non si fermerà nell’interesse della città. Contiamo che il Comune ci possa ripensare, ma se martedì quella delibera andrà in giunta, allora non escludiamo ulteriori iniziative. Siamo un’associazione di categoria, il nostro compito è quello di lavorare fino all’ultimo con i mezzi del dibattito e del confronto – spiega ancora Loreno Rossi -. Ma non la daremo persa: per noi quando si arriva a una battaglia legale è una sconfitta, siamo ancora fiduciosi, ma se il Comune tirerà dritto allora andremo fino in fondo. Ci sono 50 dipendenti che possono perdere il lavoro».
Paolo Rosato, Il Resto del Carlino – 22 luglio 2022
Comune e commercianti insieme per l’area nel cuore del centro: «Valorizziamo i negozi storici e favoriamo l’insediamento di nuove realtà»