Le associazioni di categoria: «Vogliamo essere coinvolte sulla mobilità green». Scetticismo sul futuro del trasporto pubblico: «Deve essere all’altezza»
Commercianti e artigiani, per ora, stanno alla finestra. Restano scettici sulla Ztl ambientale e, nell’attesa del 2026, data in cui dovrebbe entrare in vigore, chiedono un servizio di trasporto pubblico all’altezza. In più, il messaggio spedito all’amministrazione è chiaro: vogliamo essere coinvolti. Soprattutto dopo le difficoltà dovute alla pandemia, la crisi energetica e i disagi dovuti ai futuri cantieri di Passante e tram.
Ascom – con il vicepresidente vicario Valentino Di Pisa – bolla la rivoluzione della mobilità pensata dal Comune (che prevede due abbonamenti per circolare in città, residenti compresi), «un salto in avanti sbagliato cominciare a fissare dei paletti sul futuro del trasporto privato di persone e merci a Bologna, peraltro senza aver avviato un confronto partecipativo sia sul piano politico sia su quello tecnico con la città». Da qui, Di Pisa, insiste sull’opportunità «di rilanciare, su un tema così importante, un confronto aperto con cittadini e imprese e chiediamo all’amministrazione un incontro per prendere visione dell’attuale piano» sulla mobilità.
In più, da Ascom, viene sottolineata «la necessità per la Ztl ambientale di una gradualità di diversi anni prima di essere realizzata», mentre non si può prescindere dalla riflessione «sui cittadini e le famiglie con fasce di reddito basse, che né oggi né nei prossimi anni potranno affrontare l’acquisto di mezzi ibridi o elettrici a costi significativi».
Loreno Rossi, direttore di Confesercenti, è scettico: «Programmare ciò che succederà nel 2026 è piuttosto fantasioso. Oggi dobbiamo fronteggiare la guerra, la pandemia, non sappiamo che cosa succederà con la crisi energetica… Mi pare che si guardi troppo avanti. E, comunque, l’ipotesi può essere valida ma a patto che il servizio di trasporto pubblico sia al livello di quello delle altre città europee. Non si può pensare a soluzioni sulla base di un criterio ideologico, ma si deve pensare ai cittadini. Senza trasporti pubblici efficienti, il rischio è che tutti continuino a usare il mezzo privato adeguandosi a pagare a malincuore l’ennesimo balzello». Più morbido Claudio Pazzaglia, direttore di Cna Bologna, sebbene non tralasci alcuni temi dirimenti: «Bisogna ragionare sul parco macchine dei cittadini. Perché non è detto che tutti abbiano le risorse per dotarsi di mezzi ecologici. Il rischio, quindi, è che la Ztl ambientale diventi una tassa fissa che verrebbe pagata in egual misura sia dal manager sia dall’operaio. Per questo, un criterio di valutazione per quantificare il costo degli ingressi in città, dovrebbe essere l’Isee…».
Altro nodo riguarda i lavoratori, interessati dalla nuova mobilità. «L’idea a livello teorico ha una sua coerenza – continua Pazzaglia – ma dobbiamo dare per scontato che nel 2026 avremo un sistema di trasporto pubblico efficiente. Diciamo che non chiudiamo la porta la progetto, ma serve un dialogo».
Sulla stessa linea Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Bologna metropolitana: «Di fronte a impegni per ridurre l’inquinamento, Confartigianato non si tira indietro ed è disponibile fin da subito a partecipare ai tavoli di discussione. Il percorso per la Ztl ambientale, però, deve essere condiviso, serve un coinvolgimento fin dalle fasi iniziali delle associazioni di categoria e di tutte le realtà associative del territorio. In ballo c’è la salute di tutti noi, ma anche la tenuta di un sistema economico cittadino penalizzato non solo per la pandemia e le vicende di carattere internazionale, ma anche da una costante criticità della mobilità comunale e da cantieri che rischiano di non chiudere mai». Per questo va garantita la migliore operatività agli artigiani e ai commercianti: «Arrivare a giochi chiusi non giova a nessuno e si rischia di avviare una fase conflittuale infinita», conclude Renzi.
ross. carb., Il Resto del Carlino – 20 luglio 2022
Sulla Ztl verde molti i residenti sono preoccupati per i prezzi delle auto di ultima generazione. E i commercianti temono di perdere clienti
C’è aria di dissenso tra i cittadini. In molti bocciano quello che sembra essere un progetto radicale dell’amministrazione: un’area verde a pagamento anche per i residenti che potrebbe entrare in funzione entro la fine del mandato di Lepore. «Non sono d’accordo – dice Diletta Cremonini –, io penso che più gente venga in centro e meglio è, soprattutto per i commercianti». E un punto centrale sul quale molti cittadini si sono ritrovati d’accordo è il fatto che non tutti possono permettersi un’auto elettrica o ibrida, le quali sarebbero esentate dal pagamento. «Va bene l’ecologia – spiega Marco Cremonini –, ma quante persone saranno in grado di acquistare vetture di ultima generazione? Non parliamo di un investimento di poco conto per i cittadini». Per Pier Luigi Sforza, invece, il problema è più generale: «Fin quando di auto elettriche ce ne sono poche, come oggi, va anche bene. Ma quando quasi tutti ne avranno una e tutti saranno autorizzati a circolare in centro allora saremo punto e a capo».
Anche Lara Cremonini, che in centro viene tutti i giorni in bicicletta racconta che «nonostante io sia d’accordo con l’utilizzo delle elettriche o ibride perché il problema dello smog è evidente, resta il fatto che è difficile, se non per molti impossibile, dotarsi di un’auto del genere in così poco tempo». Mentre ad Angelo Buganè che in centro ha un’attività nella quale lavora da quasi cinquant’anni la Ztl verde lo preoccupa: «Io ho bisogno di lavorare e se i cittadini verranno meno in centro per colpa di questa misura potrei perdere la clientela».
Più draconiano, invece, Vincenzo Gamberini: «I bolognesi sono vessati da questo continuare a chiedere soldi per ogni cosa». Per Gianluca Fontantelli, invece, non è solo una questione di soldi: « Sarebbe intelligente pagare il permesso, fare quello che si ha da fare e poi andare via». Ma c’è anche chi è d’accordo senza alcuna riserva, come Leonardo Cervelli: «Sarebbe anche ora. Anzi mi auguro che dall’elettrificazione si passi al più presto all’idrogeno che è ancora meno inquinante».
Marco Santangelo, Il Resto del Carlino – 20 luglio 2022