La Regione ha firmato l’intesa con le cliniche private. Gli interventi chirurgici da recuperare sono migliaia
Quindici milioni di euro per effettuare tutti quegli interventi chirurgici che sono stati bloccati dalla pandemia (alcuni sono fermi da quasi due anni): l’accordo tra la Regione e l’Aiop, l’associazione che raduna la maggior parte di cliniche private (sia in regione che in Italia) è stato raggiunto. La metà circa dei fondi messi in campo arrivano dal Governo che li ha destinati appositamente all’eliminazione delle liste d’attesa, l’altra metà direttamente dall’Emilia Romagna.
Non può che essere soddisfatto l’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini che tanto si è speso con l’esecutivo per ampliare i fondi destinati a questa delicata partita. «Il nostro obiettivo è recuperare il 90 per cento delle prestazioni di tipo specialistico, diagnostico e chirurgico entro la fine di dicembre 2022 e il 95 per cento entro il 2023». Gli fa eco il presidente di Aiop Emilia-Romagna, Luciano Natali: «Siamo molto soddisfatti di questo accordo. E’ chiaro che l’impegno è gravoso e richiede la responsabilità di tutti, nell’interesse dei nostri cittadini verso il recupero del fenomeno delle liste d’attesa. Gli obiettivi – prosegue – sono chiari e corposi, e chiamano all’appello tutte le strutture pubbliche e i nostri ospedali Aiop in Emilia-Romagna».
Ancora non chiaro il numero di prestazioni che le cliniche private bolognesi riusciranno a recuperare entro l’anno: «L’ufficialità dei fondi a disposizione delle cliniche private è arrivata solo oggi (ieri per chi legge) – afferma Averardo Orta, presidente Aiop Bologna –. Ci metteremo subito al lavoro con l’Ausl per definire quali prestazioni siano più urgenti. Noi possiamo effettuare qualunque intervento chirurgico ma è l’Azienda Usl che deve dire come procedere. Sono loro i committenti, sempre tenendo conto che noi faremo tutto il possibile ma anche noi abbiamo problemi di personale e, soprattutto, non potremo mettere a disposizione ulteriori posti da destinare ai pazienti Covid: ne possiamo fornire 46 a Villa Laura, come l’Azienda Usl sa, ma non di più perché dopo verrebbero a mancare i letti per le persone operate che fanno parte delle liste di attesa». Ortopedia, urologia, oculistica, chirurgia generale, ginecologia sono comunque le specialistiche con il maggiore arretrato.
Le prestazioni da recuperare entro l’anno, secondo quanto comunicato ieri mattina alle organizzazioni sindacali che hanno partecipato all’incontro con la Conferenza territoriale socio-sanitaria, nel Bolognese sarebbero circa 8.500. «Il problema è la carenza di personale che affligge tutti i settori – dichiara Stefano Franceschelli, segretario generale Cisl Funzione pubblica Area Metropolitana – che si ripercuote anche sul post operatorio: mancano i sanitari per assistere». Per Gastone Spizzichino, Uil Fpl «si tratta di un altro libro dei sogni: non è stato coperto nemmeno il turn over tanto che, dal giugno 2021 al giugno di quest’anno, abbiamo 97 operatori sanitari in meno al Maggiore, 75 al Sant’Orsola e sette a Imola. Tutto quello che si vuole realizzare in termini di abbattimento delle liste d’attesa parte dall’implementazione del personale».
Monica Raschi, Il Resto del Carlino – 15 luglio 2022