La grana delle ristrutturazioni
Il superbonus edilizia? «È un’iniziativa importante, declinata però in maniera davvero pessima», afferma Francesco Montanari, titolare della ‘Montanari Costruzioni’. «In processi così articolati – spiega il costruttore – specie in un settore come il nostro, con processi produttivi complessi e non sempre prevedibili, è fondamentale avere certezza dei flussi economici e delle tempistiche».
Con il passare dei mesi, invece, «sono susseguiti norme e aggiornamenti che hanno modificato in modo sostanziale i presupposti di partenza», alimentando incertezze e timori addetti ai lavori. Di conseguenza, afferma Montanari, «senza le indispensabili certezze, il rischio è di vedere fallire l’iniziativa in sé e molte imprese».
Il timore è soprattutto per le imprese più piccole. «Anche se un minimo di autocritica dovrebbe venire anche dal nostro mondo», avverte il costruttore. Che sottolinea come «il 40% circa delle imprese che stanno realizzando importanti lavori legati al superbonus sono sorte come funghi negli ultimi mesi, diventando effetto moltiplicatore dei problemi. Ed è chiaro che aziende meno strutturate e meno solide reggono ancora meno eventuali crisi di liquidità».
Una situazione che, secondo Montanari, sarebbe stata possibile evitare con un intervento del Governo, «che avrebbe dovuto approntare strumenti più rigorosi di scrematura delle imprese. In fondo, comperando crediti fiscali maneggio denaro che ha a che fare con il pubblico. E chi lavora con il pubblico deve avere patenti e requisiti».
Ipotizzando un correttivo all’attuale sistema del superbonus, Montanari avanza una proposta: «Ritengo che andrebbe reso strutturale, pianificato anno per anno, diminuendo però il risparmio del committente. È impensabile pensare ancora di effettuare lavori gratis».
Rimane da sciogliere il nodo dello stop ai fondi. Una situazione, commenta secco l’imprenditore, «che giudico… scandalosa. Non è accettabile che lo Stato, e di conseguenza le banche, blocchino tutto perché si accorgono all’improvviso di avere esaurito i fondi a disposizione. A babbo morto, con centinaia di cantieri in corso. Lo stesso blocco, comunicato ex ante, non avrebbe messo in crisi aziende che, intanto, hanno continuato a produrre e a spendere».
l. o., Il Resto del Carlino – 30 giugno 2022