Il presidente di Confcommercio all’assemblea: crescita al 2,5%, inflazione al 6,3%. Caro-energia? Pesa più del Covid
I temi del caro-energia e del salario minimo irrompono nell’assemblea di Confcommercio: tra rivendicazioni di categoria e appelli al governo. Il presidente Carlo Sangalli esordisce sul conflitto in Ucraina: «Il vaccino contro la guerra lo troviamo nei valori occidentali e europei». Poi sottolinea il ruolo dei corpi intermedi nell’aver evitato «una crisi sociale» durante la pandemia. A costo però di 930 mila posti di lavoro.
Per 2022 Confcommercio prevede un Pii in crescita intorno al 2,5% in rialzo di 0,4% punti. Stesso dato per i consumi, che però torneranno a livello prepandemia nel 2023, mentre l’inflazione si attesterà al 6,3%. Nel 2023 la crescita sarà in linea con il 2022, recuperando i livelli del 2019. A patto, sottolinea Sangalli, «che si risolvano le tensioni sulle materie prime e in generale sul quadro geopolitico».
Ed eccole qui le «sfide difficili» da superare perché «se non riparte il terziario non riparte l’Italia». Al primo posto c’è il caro-energia perché «quello che non ha fatto la pandemia ai servizi e al commercio, rischiano di farlo gli insopportabili costi energetici». Allora serve uri Recovery apposito, politiche europee che vadano dagli stoccaggi comuni, all’apertura al nucleare, da nuove regole sulla formazione dei prezzi a crediti d’imposta più inclusivi. L ‘Europa gioca un ruolo importante per il futuro del pianeta ma anche qui «la sostenibilità ambientale o è anche economica e sociale o non è», con riferimento alle «nuove regole che prevedono il superamento dei benefici del gasolio commerciale e delle agevolazioni per il gas metano e per il trasporto marittimo».
Sangalli non risparmia critiche al governo, cui riconosce di essere accorso soprattutto a sostegno dei redditi più bassi, ma al quale raccomanda interventi «più selettivi» e un occhio al debito pubblico.
I toni si fanno più caldi sul tema del turismo: il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) se ne occupa troppo poco, servono regole e trasparenza contro gli abusivismi. Il passaggio sui balneari strappa l’applauso più convinto: «Siamo per la concorrenza ma bisogna trovare equilibrio tra un’apertura di mercato e la tutela dei diritti degli attuali concessionari».
Sul lavoro Sangalli ricorda che il rinnovo del contratto di settore per 3,5 milioni di lavoratori è un tema complesso per le imprese «strette tra crescita dei costi e la debolezza persistente dei consumi».
Quanto al salario minimo, occorre valorizzare erga omnes i trattamenti economici e di welfare previsti dai contratti collettivi. Purché vengano «stipulati da chi realmente rappresenta il mondo del lavoro e delle imprese». Del reddito di cittadinanza, Sangalli non nega «l’utilità per le fasce di popolazione più deboli. Ma vanno rafforzati i controlli e va accelerato il decollo delle politiche attive per il lavoro» perché le imprese non trovano manodopera.
Al termine della relazione, accolta da un’ovazione, anche dai tanti ministri presenti (soprattutto del centrodestra), tocca al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che riconosce la centralità del tema dell’inflazione, concorda sulla prevalenza della contrattazione collettiva rispetto a eventuali norme sul salario minimo, lancia una razionalizzazione dei bonus e tira le orecchie all’Europa, che sulla concorrenza «è debole con i forti e forte con i deboli».
Antonella Baccaro, Corriere della Sera – 9 giugno 2022
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