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Il parlamento europeo ha votato per vietare la vendita di auto a motore a combustione dal 2035

Una decisione prematura che come primo effetto disorienterà i consumatori e penalizzerà il mercato. Serve più realismo e un periodo di transizione adeguato

Ieri sera il Parlamento europeo ha approvato a maggioranza la proposta della Commissione sulla riduzione delle emissioni inquinanti secondo la quale dal 2035 usciranno di produzione le auto a benzina, diesel, gpl, metano e ibride. La proposta dovrà adesso andare all’esame dei Governi, all’interno dei quali si troverà probabilmente maggiore consapevolezza delle difficoltà produttive, infrastrutturali ed economiche/sociali legate a questa impostazione radicale. A seguire si aprirà un tavolo di trattativa tra Consiglio europeo (espressione dei Governi), Commissione e Parlamento che potrebbe apportare modifiche anche consistenti.

Federauto sostiene, in linea di principio, gli obiettivi e le ambizioni politiche generali del pacchetto ‘Fit for 55’, tuttavia, è convinta che per raggiungere i traguardi climatici sia necessario un approccio più realistico, che tenga conto degli interessi di tutti gli stakeholder e dei consumatori, basato su di un mix tecnologico che abbracci tutte le soluzioni tecnologicamente compatibili.

La decarbonizzazione del trasporto su strada non dovrebbe essere socialmente ed economicamente dirompente. I recenti sviluppi come la pandemia e la guerra in Ucraina hanno aumentato le incertezze e le insicurezze. I prezzi delle materie prime e dell’energia sono in crescita e la dipendenza da poche fonti di approvvigionamento pone rischi critici per l’intera filiera automotive.

L’elettrificazione della mobilità può aiutare a ridurre le importazioni di combustibili fossili a lungo termine, ma allo stesso tempo comporta il rischio di creare nuove dipendenze da materie prime e batterie, mantenendo la creazione di valore al di fuori dell’Europa. 

Oggi le attività di vendita e riparazione di automobili supportano tutte le nuove tecnologie per la riduzione delle emissioni di CO2, tuttavia, è essenziale andare avanti offrendo un certo periodo di transizione adeguato, fondamentale per preparare le nostre attività alle sfide imminenti e garantire così manutenzione e riparazione altamente qualificate per le auto di domani.

L’intera catena del valore del settore automobilistico, inclusi concessionari, sta affrontando enormi sfide per gestire con successo il processo di transizione e raggiungere gli obiettivi prefissati, ma è necessario prendere atto che l’incremento di vendita di veicoli a emissioni zero è raggiungibile solo se è disponibile un’ampia infrastruttura di stazioni di ricarica.  Di fatto, molti potenziali clienti rimangono riluttanti e questa realtà permarrà finché non verrà implementata un’infrastruttura di ricarica diffusa. Il Consiglio dei ministri europeo si riunirà il 28 giugno. Federauto rivolge un appello al Presidente Draghi ed al Governo italiano, affinché sostengano una revisione della decisione secondo un approccio più realistico e concreto, che tenga anche conto della posizione delicata della filiera automotive e delle gravi conseguenze che essa arrecherà al mercato interno e a tutta l’economia italiana.

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