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«Meno parcheggi in centro, attività a rischio»

In fumo 500 posti auto. Ascom: «Fondi Pnrr per farne di nuovi». Confesercenti: «Nuova mobilità a rilento». Cna: «Più concertazione»

Cinquecento parcheggi in meno nel centro storico dal 2016, compresi i 205 stalli persi coi cantieri del tram. E, se guardiamo al 2013, i posti auto che mancano all’appello sono addirittura mille. Se, quindi, nove anni fa gli stalli raggiungevano la doppia cifra, oggi si fermano a 9.227.

I numeri anticipati dal Carlino preoccupano i commercianti, già in difficoltà a causa di questi due anni di pandemia. Valentino Di Pisa, vicepresidente vicario di Confcommercio Ascom Bologna, non chiude alla «rivoluzione della mobilità» su cui sta lavorando l’assessora alla Nuova Mobilità Valentina Orioli, ma avverte: «Non si può fare sacrificando i parcheggi. Se vogliamo liberare le strade dalle auto – spiega Di Pisa – dobbiamo avere i parcheggi. I fondi del Pnrr dovrebbero essere usati anche per questo. Abbiamo presentato anche in passato diversi progetti…». 

In apprensione il direttore di Confesercenti Bologna, Loreno Rossi: «Con meno posti auto, si hanno meno opportunità di raggiungere il centro storico. Se fossero già stati realizzati il tram o il metrò e ci fosse un sistema di trasporto pubblico alternativo, non ci sarebbero grossi problemi. Ma visto che si parla di tram e metrò dagli anni Novanta e siamo ancora fermi, i commercianti non possono permettersi di perdere parcheggi in centro e vicino al centro. Senza contare che con i prossimi anni di cantieri per la linea rossa del Tram e per il Passante qualche attività potrebbe non reggere…». 

In sintesi: il rischio è che si chiudano le serrande, mentre la nuova mobilità non è ancora realtà. In ogni caso, anche quando lo diventerà, «a integrazione ci dovranno essere comunque i parcheggi – insiste Di Pisa –. Penso a quelli sotterranei, come ce ne sono tanti nelle città del mondo. Le macchine non si possono togliere di mezzo. Va sempre conciliata la libertà del cittadino di usare la propria macchina e il mezzo pubblico». 

Resta alta l’attenzione sul tram: «Serve una programmazione precisa dei cantieri – continua il vice-presidente di Ascom –, indennizzi alle attività interessate che subiranno conseguenze negative». 

Guarda alla sostenibilità il direttore di Cna Bologna, Claudio Pazzaglia, ma avverte: «In centro città arrivano non solo i turisti o i cittadini che vanno a fare una passeggiata o shopping. Ma c’è chi lavora tra riparazioni, manutenzioni, edilizia, trasporto merci». 

E se gli artigiani non si oppongono alla «rivoluzione della mobilità» annunciata da Orioli, resta l’invito a «condividere piani e scelte, con una consultazione un po’ più articolata coi corpi intermedi, coi rappresentanti dei cittadini, con gli imprenditori».

In pratica, spiega Pazzaglia, «il progetto va condiviso. Rivoluzioniamo la mobilità con le zone 30 all’ora? Benissimo. Incentiviamo i mezzi pubblici anziché le auto per raggiungere il centro, riducendo i parcheggi? Ok, ma vorremmo capire gli obiettivi finali. Se ci sarà un’ulteriore riduzione di stalli e di quale entità. Se vogliamo pensare al futuro della città, dobbiamo coordinarci. Abbiamo davanti 55 mesi complicati, coi cantieri per le prossime infrastrutture. Per questo motivo dobbiamo studiare tutti insieme come rendere comunque accessibile la città per risolvere i disagi di questo lungo periodo (4 anni e mezzo) di transizione». Insomma, il Comune deve fare la sua parte. 

Rosalba Carbutti, Il Resto del Carlino – 25 maggio 2022

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