Dal 13 al 15 maggio in Biblioteca Salaborsa, Piazza del Nettuno 3 – Bologna
In occasione di Art City Bologna (2022) 240 donne dal talento straordinario escono dallo studio dell’artista spagnola Marisa Morón per andare a fare bella mostra di sé di fronte al pubblico dell’arte contemporanea, ma non soltanto. Si tratta infatti di un evento di certo non diretto esclusivamente agli addetti del settore arte, ma alla cittadinanza intera.
La mostra si svolge presso le Scuderie della Biblioteca Salaborsa durante Ie giornate del 13/14/15 maggio a Bologna, e l’artista sarà presente durante l’esposizione. Oltre all’evento fisico in presenza, speriamo che l’iniziativa assuma dimensioni virali anche in rete, perché le fattezze, il nome e il cognome di queste donne comincino a girare e ad essere diffuse online da tutti gli utenti interessati a partecipare alla riscoperta delle Figlie di Ipazia.
I ritratti in esposizione sono volti di donne che hanno lasciato un segno significativo nella storia con la propria esistenza. I visitatori della mostra saranno capaci di attribuire una identità a molti di essi, mentre per altri avranno bisogno di ricorrere alla ricerca sul sito www.lefigliedipazia.it dove è possibile reperire tutte le informazioni, il materiale stampa e grafico della mostra.
“Confcommercio Ascom Bologna ospita, con molto piacere, la presentazione di questa mostra che s’inserisce all’interno di un importante programma di eventi artistici in occasione di Art City 2022. I ritratti di queste donne ricordano e raccontano anche di imprenditrici creatrici di piccole e grandi aziende, di realtà nuove e di famiglia, forti del loro sviluppo e disponibili a mettersi in gioco. Questi visi “parlano” anche di loro” dichiara Giancarlo Tonelli, Direttore Generale Confcommercio Ascom Bologna.
“La valorizzazione della figura della donna è importante in tutte le sue forme, per la storia di questa città nonché per i valori e le azioni che da sempre Bologna porta avanti. Quindi ringrazio l’associazione per la mostra, che è un modo per conoscere e riconoscere volti di donne che hanno lasciato un segno” afferma Roberta Li Calzi, Assessora allo sport e al bilancio Comune di Bologna.
“L’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 è conquistare la Parità di Genere ed è definito proprio Progetto Ipazia, una donna straordinaria nata intorno al 350, la prima a dare un contributo sostanziale allo sviluppo delle materie scientifiche: matematica, astronomia. Questa mostra è quindi la dimostrazione della nuova attenzione alla rappresentanza femminile, con l’augurio che anche le donne del futuro, come queste della storia, possano essere figlie di Ipazia, e facciano sentire le loro voci” spiega Donatella Bellini, Presidente Gruppo Terziario Donna Confcommercio Ascom Bologna.
“Desidero manifestare la mia profonda gratitudine nei confronti della città di Bologna. Essere stata parte dell’Alma Mater Studiorum è stato per me un evento fondante nell’esistenza. Potere condividere con l’intera cittadinanza un evento di Arte Contemporanea in un luogo come Sala Borsa è davvero un onore poi. Potere parlare di un tema attuale come la partecipazione delle donne alla società, tramite il linguaggio pittorico, è un privilegio unico. Virginia Woolf ha scritto: “Per la maggior parte della storia, anonimo era una donna”. Numerose volte infatti le storie delle donne non sono state ricordate, celebrate, conosciute. Questa mostra mira a portare all’attenzione della gente alcune vite che meritano ancora di essere messe in luce. Marisa Morón ha finemente ritratto questi volti come fossero delle miniature, e, ad una ad una, ha restituito ad esse importanza e rilievo” illustra Diana Di Nuzzo, curatrice della mostra.
Attraverso la contemplazione di ritratti in miniatura (240, realizzati in olio su tela), vogliamo parlare della presenza e dell’operato delle donne, che da sempre hanno contribuito e cambiato in maniera positiva la società, senza trovare sempre un adeguato riconoscimento.
L’artista Marisa Morón, attraverso una lunga ricerca e anni di lavoro, ci regala il piacere di ammirare volti che hanno delle storie importanti dietro. Lo spettatore rimarrà impressionato da tanta bellezza e allo stesso tempo sarà incuriosito da moltissimi dei nomi che ancora non conosce e dei quali andrà a investigare l’identità. La speranza è che queste figure diventino dei modelli a cui ispirarsi, delle icone alle quali guardare con ammirazione. E, in senso simbolico, mi auguro che tutte le figlie di Ipazia (grande filosofa del passato) si sentano sempre più legittimate ad uscire dall’ombra per entrare a fare parte dei libri di storia, filosofia, letteratura, matematica, scienza, e chi più ne ha più ne metta. Un radicale cambio di narrativa è quello che sta avvenendo ora sotto gli occhi di tutti. Una mostra come questa vuole partecipare attivamente ad un cambio di prospettiva sul mondo.
“Questo evento darà visibilità all’opera frutto del lavoro di un singolo individuo, ma in secondo luogo si tratta di un omaggio alle donne per ciò che sono state capaci di produrre, di inventare, e a volte anche solamente di essere. Avere la consapevolezza di chi queste donne siano state, o cosa abbiano fatto, amplia la nostra prospettiva sul mondo e al contempo ci rende testimoni di una nuova narrativa, dove anche le donne hanno un ruolo e soprattutto non un ruolo marginale, ma di spessore, e in prima persona. Queste donne escono dall’oscurità perché hanno un viso, una faccia ben precisa che porta con sé una personalità, una relazione con la storia e con la fama più o meno presente della quale hanno goduto e di cui in qualche forma godono oggi. Il diritto a esistere nell’immaginario comune viene riguadagnato attraverso il gesto pittorico di un’artista donna che ha sentito l’urgenza di raccogliere così tante voci in una grande e maestosa serie dall’afflato poetico” conclude la curatrice Di Nuzzo.
L’associazione Gulp ha dato l’incarico di curatrice della mostra a Diana Di Nuzzo. Per la realizzazione dell’esposizione si ringraziano sentitamente gli sponsor Confcommercio Ascom Bologna, Confconsumatori, MSH, Salotto delle Muse, Be Internet, Isabella Boselli, Poliphilo, il patrocinio del Comune di Bologna, il Gruppo Terziario Donna Confcommercio Ascom Bologna e Zonta. Un sentito ringraziamento va anche alla Biblioteca Salaborsa per avere sostenuto e ospitato l’allestimento di questo progetto.
Ufficio Stampa e Comunicazione Confcommercio Ascom Bologna