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Sangalli: ottimistiche le stime del Def, crescita sopravvalutata

Il rapporto di Confcommercio e Censis: quest’anno il Pil si fermerà al 2,1%, l’inflazione può toccare il 7%

«La ripresa è tutta da costruire». E il messaggio lanciato al governo dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, dal Forum internazionale Ambrosetti, che quest’anno ha traslocato dal lago di Como a Roma, a un passo dalle istituzioni. A queste, il leader dei commercianti ha rivolto un appello a ritrovare «un metodo condiviso con le parti sociali», che riconosca il ruolo da queste svolto per evitare che il dramma della pandemia, e ora quello della guerra, si trasformi in «emergenza sociale». «Il terziario è stato tra i settori più colpiti» ricorda Sangalli. E i numeri snocciolati al direttore dell’Ufficio studi, Mariano Bella, dicono che, se lo shock precedente poteva considerarsi assorbito, quello attuale avrà effetti più duraturi.

Confcommercio prevede che il 2022 si chiuderà con un Pil che non andrà oltre il 2,1% rispetto al 3,1% indicato dal governo. E con +6,5% di inflazione, «ben sette decimi sopra le valutazioni del governo» ha precisato Bella, aggiungendo che «mancherà per tutto il 2022 quella spinta ai consumi derivante da un deciso incremento della propensione alla spesa», secondo quanto emerso dal rapporto «Outlook Italia» del Censis. Il pieno recupero dei consumi sarebbe a fine 2023. Se persiste una pressione sui prezzi, l’inflazione quest’anno potrà arrivare al 7% e al 4,1% nel 2023, sempre nello scenario peggiore. Andrà meglio con il Pil, che potrebbe recuperare livelli pre-crisi già a fine anno. Ma servono interventi importanti. Sangalli ne elenca diversi: «Per rilanciare occupazione, redditi ·e consumi, è necessario mettere a terra le riforme e gli investimenti del Pnrr; agire sul cuneo fiscale e contributivo, detassare gli aumenti dei rinnovi contrattuali. E per sostenere le imprese bisogna agire sulle moratorie fiscale e creditizie».

Ma poi ci sono le decisioni da prendere in sede Ue, per le quali servirà «compattezza»: su politica estera, difesa e strategia energetica. «E convergenza sui necessari fondi di compensazione per il differente impatto delle sanzioni sui Paesi».

Il caro energia «richiederà più dei circa sei miliardi contenuti nel Documento di economia e finanza (Def)». Nella previsione dell’associazione, quest’anno, già ai prezzi attuali, «la bolletta energetica delle imprese del terziario di mercato triplicherebbe. E l’autotrasporto delle merci potrebbe registrare un incremento dei prezzi dei carburanti del 40%». In questo scenario, secondo Sangalli, bisogna affrettare la costituzione di stoccaggi e riserve energetiche europee comuni, rafforzare la nostra capacità di rigassificazione, rilanciare la produzione nazionale di gas. Ma anche riattivare temporaneamente le centrali a carbone e stare sulla ricerca del nucleare di nuova generazione.

Resta ferma, poi, l’esigenza di una riforma organica della fiscalità energetica: sia sul versante degli oneri generali di sistema, sia su Iva e accise, con l’introduzione di crediti d’imposta per le imprese non «energivore» e «gasivore».

di Antonella Baccaro, Corriere della Sera, 28 aprile 2022
Carlo Sangalli
Carlo Sangalli – Presidente Confcommercio Imprese per l’Italia

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