Il Comune sta pensando a una nuova società per proteggere le attività di vicinato dai bandi e dagli ingressi delle grandi catene
Una nuova società guidata dal Caab per condurre una sorta di ‘nuovo corso’ del Mercato delle Erbe. Soprattutto per scongiurare la possibilità che grandi catene esterne possano aggredire quegli spazi, di fatto allontanando pezzi di storico commercio di vicinato. Si sono lasciati così il sindaco Matteo Lepore e gli esercenti del Consorzio che getisce il mercato ortofrutticolo (e non solo, ovviamente, il grande padiglione ha tante anime) più amato dai bolognesi, dopo l’ultima riunione avvenuta recentemente. Il punto è chiaro, e non nuovo. Dopo l’ultimo rinnovo, il Mercato ha in concessione l’area sita in via Belvedere /A fino al 31 dicembre del 2023, con un canone annuo di 317.007,72 euro. La paura però è sempre quella, specie di questi tempi in cui le piccole attività di vicinato soffrono tanto la concorrenza dei supermercati e delle grandi catene. L’intesa tra le attività del Mercato – sempre meno, ci sono state defezioni negli ultimi anni – e il Comune potrebbe concludersi a maggio, sicuramente dopo che la prossima assemblea dei soci del Caab arrivi a designare i nuovi vertici. Con l’addio di Alessandro Bonfiglioli (passato alla Bologna Business School nelle vesti di Managing Director) serve un nuovo direttore generale, carica che secondo indiscrezioni potrebbe essere ricoperta da Duccio Caccioni, vicedirettore e direttore marketing e qualità del Caab. Andrea Segrè potrebbe rimanere presidente, ma tutto sarà più chiaro forse tra un mese.
Quel che è sicuro è che il Comune questo passo ‘tutelativo’ vorrebbe farlo. E nel passaggio dovrebbero essere coinvolti tutti i mercati rionali della città, sempre con lo stesso discorso: un nuovo strumento normativo per evitare che con i bandi possano arrivare quelle grandi catene che arriverebbero a snaturare il tessuto di vicinato bolognese. Un punto di vista che già Lepore aveva quando era assessore al Commercio, non più tardi di cinque anni fa. Dopo l’arrivo di una nuova società gestita dal Caab allora il Mercato potrebbe andare a dama con un’altra importante riforma, quella degli spazi. Prevista prima che arrivasse il Covid, poi frenata dalla pandemia. E’ sempre in piedi il restyling con un nuovo logo, una nuova segnaletica e diversi spazi centrali per le consumazioni, con i banchi che già sono stati ridotti nella parte centrale del Mercato per dare spazio a quella che secondo il progetto di remaquillage sarà una sorta di agorà di confronto, con sedie e un palco per dare spazio sia alla presentazione di libri, sia alla degustazione di cibi. Insomma, il nuovo corso del Mercato passerebbe sia dalla svolta gestionale, sia dall’apertura anche fisica di quegli spazi a nuove pratiche, come anche l’incentivazione del delivery, pratica già irrobustita dalle necessità del Covid (tante attività del Mercato hanno offerto un puntuale servizio di consegna a domicilio).
L’edificio del Mercato delle Erbe fu progettato da Filippo Buriani e Arturo Carpi, trasformando la caserma San Gervasio, che a sua volta fu ottenuta dal locale precedentemente adibito a luogo di culto, la Chiesa di S.S. Gervaso e Protasio, edificata nel 401 da San Felice. Nel 1949 fu inaugurato il nuovo Mercato delle Erbe in via Ugo Bassi, ricostruito in seguito alle devastazioni belliche. Il mercato delle Erbe è stato riconosciuto mercato storico con la delibera del Consiglio Comunale.
Paolo Rosato, Il Resto del Carlino, 25 aprile 2022
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