Sasso Marconi. Mobilitazione con i sindaci della vallata. Ascom: «La Regione alzi la voce o molti imprenditori saranno costretti a chiudere»
Riapriteci il ponte! Slogan unico ieri mattina davanti allo sbarramento che da più di un anno chiude l’accesso alle due corsie del ponte Leonardo da Vinci, alle porte di Sasso Marconi, dove si sono dati appuntamento commercianti ed amministratori di tutta la vallata del Reno, per una manifestazione pacifica e con un obiettivo ben chiaro a tutti: arrivare quanto prima all’apertura del cantiere di ricostruzione e rinforzo del vecchio e malandato, ma strategico, scavalco del fiume a ridosso della Rupe e della confluenza della vallata del Setta. E c’erano tutti gli amministratori locali dell’Appennino: sindaci, assessori, consiglieri regionali e della Città metropolitana di Bologna, che hanno risposto all’invito di Confcommercio Ascom, associazione di categoria che ha organizzato una sorta di flash mob con tante fasce tricolori, uno striscione e poche chiare richieste subordinate: ristori subito, l’indicazione preciso di una data di inizio lavori (e anche di riapertura), e un impegno preciso da parte degli enti responsabili: Anas e soprattutto il commissario straordinario Eutimio Mucilli. «Come è accaduto per Genova, anche qui è necessario che anche il governatore della Regione si faccia sentire – ha esordito Medardo Montaguti, vice presidente di Confcommercio Ascom Bologna, referente per l’Appennino -. E sarà pure vero che non ci sono stati crolli e neppure morti per le condizioni del ponte. Però se le cose continueranno così ci saranno altri decessi: ovvero le attività costrette ad abbassare per sempre le serrande. La situazione è molto grave e dopo oltre un anno dallo stop alla circolazione non abbiamo ancora visto un cronoprogramma, non c’è un progetto definitivo, e neppure una tempistica certa di inizio e fine lavori. Ci aspettiamo che la Regione e Stefano Bonaccini si adoperino per dare certezza a tutta la vallata». Fra i consiglieri regionali erano presenti Marco Mastacchi e Igor Taruffi. «Abbiamo chiesto di ascoltare, in seduta di commissione, il commissario Mucilli su questo tema. Non è più tempo di incertezze e serve sicurezza per tutta la vallata e per tutte le attività economiche che patiscono danni grandi da questa strozzatura», ha detto Igor Taruffi, che ha sottoscritto la richiesta con i consiglieri Mastacchi e Facci. Pochi giorni fa la richiesta di sopralluogo e incontro sul posto l’avevano formalizzata i consiglieri di opposizione della lista Dimmi. Una cinquantina di persone davanti alle transenne ha disteso lo striscione e fatto fronte comune. Fra essi anche un rappresentante del mondo dello sport: Valerio Brecci di Csi-Sasso: «Ci sono le ricadute economiche, ma ci sono le ricadute sulla salute di tutti. II centro di Sasso in certe ore è una camera a gas, e a farne le spese sono gli abitanti, e soprattutto i bambini». II sindaco di Sasso, Roberto Parmeggiani, ha condiviso la preoccupazione del presidente Ascom di Sasso, Castagnoli, e ribadito la scansione della procedura e dei tempi: «II 15 aprile si chiude la conferenza dei servizi indetta dal commissario straordinario, poi ci sono i tempi del progetto definitivo e dell’incarico della ditta già operativa ed entro l’estate, come ha garantito Anas, si potrà aprire il cantiere. Per il quale si prevede un anno di lavori per la demolizione parziale sopra l’arcata e la ricostruzione secondo un progetto che verrà presentato alla cittadinanza non appena sarà possibile», ha chiarito il sindaco.
Gabriele Mignardi, Il Resto del Carlino -27 marzo 2022
Comune e commercianti insieme per l’area nel cuore del centro: «Valorizziamo i negozi storici e favoriamo l’insediamento di nuove realtà»