La denuncia di Confcommercio Ascom: «Governo in ritardo, imprese in difficoltà. Servono ristori immediati contro rincari insostenibili»
II caro-bollette e gli aumenti record dei prezzi delle materie prime «erano nell’aria da molti mesi». Solo la guerra in Ucraina – che aggiunge tensione e incertezza a uno scenario economico già complicato da due anni di pandemia – «non era prevedibile». È la premessa cui Giancarlo Tonelli, direttore dell’ Ascom, fa seguire un chiaro j’accuse: «La prima cosa che purtroppo balza agli occhi è il grave ritardo con cui il governo e la politica si sono resi conto del problema». In altre parole, «l’urgenza e l’emergenza» della situazione avrebbero richiesto «una reazione immediata». Uno scatto «che non c’è stato». E sentire membri del governo denunciare «una grave speculazione in atto da mesi, senza che a ciò siano seguiti immediati interventi legislativi per bloccarla, non è accettabile», avverte Tonelli. Perché «il compito di chi ci governa non è denunciare le cose, ma risolverle».
La situazione, denuncia Ascom Confcommercio, «sta costando un prezzo altissimo» alle aziende associate, che operano nei settori commercio, turismo e servizi. «Si è già perso troppo tempo», lamenta Tonelli. L’appello al governo prevede la richiesta di alcuni «interventi immediati sulla fiscalità» a sostegno delle imprese. Si chiede «la sospensione dell’Iva sulle prossime bollette». Il folle aumento di questi mesi «ha portato nelle casse dello Stato un extragettito che può essere utilizzato per congelare l’Iva sui consumi». Sempre in tema di bollette, Ascom ritiene che anche alle aziende si debba concedere la possibilità, come già accade per le famiglie, «di rateizzare il pagamento delle fatture fino a dieci mesi, senza interessi». In alternativa, spiega Tonelli, «si può creare un credito d’imposta sulle prossime fatture per indennizzare le imprese più fortemente colpite, anche nel terziario, dal caro bollette».
Quanto poi ai carburanti – benzina e gasolio hanno sfondato ogni record di prezzo – Tonelli auspica «la rivisitazione completa delle accise». Perché «è inaccettabile che, in alcuni casi, rappresentino il 55% del valore del costo dei carburanti». Senza questi interventi, «poiché il momento di difficoltà andrà avanti ancora per mesi», agli imprenditori «non resterà che ridurre l’operatività aziendale, comprimendo anche gli investimenti», avverte Tonelli. Una brusca frenata che «rischierà di avere ripercussioni anche sui livelli di occupazione, creando situazioni di forte disagio sociale ed economico». Il timore è che si inneschi un processo di regressione difficile da arginare. Al caro-bollette, «che pesa già moltissimo sulle attività delle imprese – spiega il direttore di Ascom -, potrebbe sommarsi la riduzione dei consumi da parte delle famiglie, a loro volta alle prese con gli aumenti delle utenze». Un prossimo futuro di aumento dei costi e calo di vendite «ci preoccupa moltissimo. Per questo servono urgenti ristori per le imprese». Ma l’intervento di Roma, da solo, potrebbe non bastare. Si guarda quindi alla possibilità di «nuovi aiuti di Stato raccordati con la Ue, oltre a interventi di solidarietà reciproca fra Stati: chi produce di più intervenga a favore di chi non produce». Ascom lancia anche un appello ai Comuni, alla Città metropolitana e alla Regione. «Chiediamo che facciano sistema», afferma Tonelli. E spiega: «Sarà fondamentale intervenire a sostegno del mondo delle imprese, rivedendo per esempio, insieme con il governo, alcune modalità di utilizzo dei fondi del Pnrr». Apportare correzioni in corso d’opera «può essere complesso – riconosce il direttore di Ascom -. Ma la situazione da affrontare è complessa».
Luca Orsi, Il Resto del Carlino – 18 marzo 2022
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