Bar e Ristoranti: “Utenze alle stelle e calano i consumi”. Associazione Panificatori:” Uova e grano, ci serve aiuto”, Francesco Riccio Figisc: “I prezzi cresceranno finché la situazione non si assesterà”
«Utenze alle stelle e calano i consumi» «Dobbiamo purtroppo sottolineare come si stia vivendo un sostanziale raddoppio del costo delle utenze. Rispetto al 2021, mese su mese, i rincari viaggiano oltre l’80%». Di certo la mole di lavoro 365 giorni fa era più bassa, tra restrizioni e secondo lockdown, ma il ritratto tracciato da Fipe-Confcommercio Ascom rispetto alla scure dei rincari resta impietoso. Un peso che sta diventando insostenibile per i pubblici esercizi, che appunto dopo le botte del Covid devono anche fare i conti con i costi dell’energia stra-cresciuti e con tutti i ricaschi che arrivano dalla guerra Russia-Ucraina. «Sono dati oggettivi – racconta Fipe-Ascom -, certo l’anno scorso la situazione era diversa. Oggi i prezzi peraltro stanno tenendo, non c’è stato un aumento indiscriminato, ma con l’innalzamento dei costi dell’energia è chiaro che ci sono delle ricadute anche sui consumi: secondo il nostro dato nazionale, anno su anno e mese su mese, il calo dei consumi è di circa il 20%. Le persone, con la situazione che c’è, se possono risparmiano». E poi ci sono le materie prime, anche su quelle sono diversi i problemi che riscontra Fipe-Confcommercio. «Bar e ristoranti, a vario titolo, riscontrano delle difficoltà oggettivi – continua l’associazione di categoria -. Basti pensare all’olio di girasole, che viene importato dall’Ucraina, oppure si pensi al grano, il cui costo ha subito un aumento medio del 50%. Conosciamo grossisti che lavorano con i ristoranti che razionano lo stesso olio di girasole, perché fa fatica ad arrivare, non lo stanno producendo». E poi i trasporti, anche quelli incidono con i loro costi e i relativi scioperi. «Si sperava in una ripresa più serena dopo il Covid, ma con il conflitto in Ucraina tutto è saltato. Gli aerei non volano, non ci sono turisti e diversi sistemi sono in crisi. Noi guardiamo però con ottimismo alla ripresa futura del turismo – sottolinea Fipe -, con il ritorno delle fiere e dei congressi in città speriamo di rivedere un flusso di turisti che ci parli davvero di ripresa. Certo, bisognerà stringere i denti, puntiamo sull’accoglienza dei turisti ma sul territorio c’è preoccupazione. Le fiere sono importanti, ma pensiamo all’Eima di novembre: verranno i tanti ucraini che di solito venivano per acquistare le macchine agricole? E’ dura, ma vogliamo essere ottimisti in generale».
“Uova e grano ci serve aiuto” «Questa sospensione della movimentazione dell’autotrasporto è una bella batosta». Come il settore ortofrutticolo, anche quello dei panificatori è rimasto interdetto ieri quando ha saputo della «sospensione» indetta da ‘Trasportunito’ per tutto l’autotrasporto nazionale, veicolato da una lettera spedita ai vertici del governo nazionale. La situazione è durissima, come spiega il presidente uscente dei Panificatori bolognesi (ha da poco dato le dimissioni, la nuova elezione si terrà il 21 aprile), Alessandro Carta. «Ci siamo appena sentiti, noi tutti colleghi, dobbiamo organizzarci per dire qualcosa ai consumatori – spiega Carta –. Non possiamo di certo farci scivolare tutto addosso, la situazione è molto seria». Entro lunedì, si spera, che l’iniziativa per il caro-carburanti rientra, intanto Carta racconta quali sono le difficoltà di tutti i giorni causate anche dalla crisi ucraina, che sta colpendo tutti i settori che riguardano beni di prima necessità. «Posso farle l’esempio delle uova, una settimana sì e una no ci viene detto che i costi sono aumentati. Una volta è per l’aumento del costo degli imballaggi, un’altra volta per l’aumento del costo dei mangimi. Ed è così in tanti altri rami della filiera. I fornitori per esempio ora stanno impazzendo con il gasolio alle stelle. Per queste cose, e per tante altre – continua Carta – terremo una riunione il 17 marzo». Anche il pane ha subito le sue ricadute. «Farine e semola di grano duro sono in costante aumento, del resto l’Ucraina è il granaio d’Europa – sottolinea ancora Carta –. Anche prima che arrivasse la guerra, però, la situazione con tutti i questi rincari non era delle migliori. Il governatore della Banca d’Italia, Visco, parlava di una situazione che si sarebbe protratta fino all’estate. Con l’avvento della guera la vedo durissima».
Paolo Rosato
Benzina a peso d’oro, rincari record: sfondato il tetto dei due euro In due settimane 40 centesimi in più al litro
Diesel? Ora è più caro della benzina. Nella maggior parte dei distributori in città, infatti, il gasolio costa più della verde. E, spinti dalla guerra in Ucraina, i maxirincari continuano a crescere rapidamente: se il caro carburante era già realtà nei giorni scorsi, ora il problema sembra diventare sempre più concreto. Abbiamo fatto un test, tornando ora nei distributori già ‘censiti’ il 26 febbraio per verificare i prezzi. Sui viali, al distributore Q8 di piazza di Porta San Mamolo, in soli dodici giorni il diesel è passato da 1,84 a 2,22 euro/litro, mentre la verde da 1,98 a 2,18, con un ‘plus’ di 0,28 centesimi in caso di rifornimento senza scendere dall’auto. Schizzano i prezzi anche al distributore Esso in via Murri, con un aumento di 0,48 centesimi per il diesel (ora a 2,36 euro/litro con il self service) e di 35 centesimi per la benzina, che ora raggiunge il prezzo di 2,34 euro/litro. Sempre lungo via Murri, il Q8 segnala ora un rincaro di 39 centesimi per il diesel (2,23 euro/litro, 2,50 se servito) e 20 centesimi per la benzina (2,18 self, 2,46 servito). Al distributore Eni di viale Panzacchi, invece, il costo della verde è di 2,21 euro al litro (2,36 servita) e il diesel 2,24 (2,34 servita), registrando in meno di due settimane un aumento rispettivo di 44 e 27 centesimi. Cresce di 0,49 anche il diesel al distributore Eni di via Emilia Ponente (+0,22 se servito) che segnala il prezzo di 2,24 euro/litro. Stessa sorte per la benzina, con un aumento di 29 centesimi, ora a 2,21 euro/litro. Ma non solo. ll distributore ‘Rel’ di via Toscana segnala 2,27 euro/litro per il gasolio (aumentando di 52 centesimi in poco più di dieci giorni) e la verde a 2,29 (con un aumento di 41 centesimi). Diesel a 2,30 e benzina a 2,33 in modalità self al distributore IP di via Toscana, con un rincaro rispettivo di 55 e 35 centesimi nello stesso lasso di tempo dei precedenti. Scendono leggermente i prezzi al Q8 in via Toscana (il diesel da 1,74 a 2,17 e la benzina da 1,89 a 2,23) e in quello di via Saffi (il diesel passa da 1,78 a 2,19 e la benzina da 1,95 a 2,29 in modalità self). Infine, al distributore Eni via Toscana, il gasolio aumenta di 25 centesimi (da 1,98 a 2,23 euro/litro e 2,44 servito) e la verde di 9 centesimi (da 2,11 a 2,20 euro/litro, 2,41 se servita). «Quando ho visto i prezzi non potevo crederci – spiega Valentina Guidoboni -. Le difficoltà sono evidenti, ma come possiamo fare? L’auto è un mezzo indispensabile per quasi tutti, soprattutto per chi non riesce a raggiungere il posto di lavoro in altri modi. Prima facevo un pieno con 50 0 60 euro, ora sfioro i 90». «I prezzi sono folli: non so come andremo avanti», puntualizza Gioia Domeneghetti che, come Francesco Calzolari, non nasconde i disagi: «Spostarsi diventa ora sempre più complicato. Nell’ultima settimana il diesel ha superato i due euro: questi prezzi causeranno non poche difficoltà». Ma a sottolineare le difficoltà è anche chi, ai distributori, ci lavora: «Difficilmente si rimarrà senza carburante, ma il problema è quello dei prezzi, che aumenteranno fino a che la situazione non si assesterà – spiega il benzinaio Eni di via Emilia Ponente e presidente Figisc Ascom, Francesco Riccio -. Facciamo fatica anche noi». «I prezzi sono evidenti agli occhi di tutti: un gestore, un corriere o un autista che lavora con questo prodotto dovrà fare i conti con dei costi elevatissimi – sottolinea, infine, Vincenzo Pizzolo, dell’impianto IP di via Toscana – Non so come potrà procedere, ma vedo grosse difficoltà per le famiglie anche in un futuro breve».
Giorgia De Cupertinis, Il Resto del Carlino – 11 marzo 2022