Il Presidente Postacchini parla della ripartenza, tra incertezze legate al presente e segnali di schiarita
Presidente, qual è stato di salute delle imprese in questo primo trimestre 2022?
«Stiamo vivendo un periodo complesso, segnato da una profonda incertezza: caro energia, spinta inflazionistica e guerra in Ucraina hanno rallentato la ripresa e incrinato il clima di fiducia.
I veri segnali positivi arrivano dal fronte Covid-19: dopo il lockdown mascherato di inizio anno, che esigeva da parte del Governo un’azione certamente più incisiva, oggi la curva pandemica è in discesa e l’allentamento delle restrizioni fa intravedere una schiarita, soprattutto in vista della bella stagione anche se resta, ovviamente, un quadro di incertezza».
É possibile fare una previsione sul ritorno ai livelli pre-crisi?
«Se guardiamo al 2021, dobbiamo sottolineare che, pur in presenza di alcuni segnali di vivacità e un Pil al +6,5%, il calo dei consumi rispetto al 2019 è evidente e trasversale a tutti i settori. Le stime, oggi, parlano di un recupero nel 2023 e questo non lascia spazio a facili ottimismi: la ripresa dev’essere sostenuta con maggior decisione, a tutti i livelli, anche perché è evidente che, già oggi, l’andamento economico è pesantemente influenzato da crisi energetica e internazionale. Se si troveranno contromisure adeguate, l’estate può accelerare la ripresa. È chiaro anche che, in questo contesto di crisi internazionale, le previsioni di oggi potrebbero rapidamente mutare».
Quali sono le priorità di intervento?
«È del tutto evidente che, per quanto importanti, le risposte emergenziali necessitino di essere affiancate da misure non estemporanee. Un esempio per tutti: ridurre gli oneri di sistema per contrastare il caro energia va bene ma non è sufficiente, occorre un piano di azione strutturale che preveda la riforma dell’impianto della bolletta e la riduzione della dipendenza dalle forniture estere.
Siamo di fronte ad un’emergenza nazionale che investe tutti, imprese e famiglie. Stesso discorso per i pagamenti elettronici: il tema non può più essere il semplice rinvio delle sanzioni al 2023, ma l’abbattimento di costi e commissioni e la gratuità per le micro transazioni. Per modernizzare i sistemi di pagamento le multe non servono».
A livello locale, invece, quali strumenti di supporto vanno adottati?
«In epoca Covid-19 i nostri dirigenti elettivi hanno svolto un’importante lavoro sindacale di confronto con gli enti locali sollecitando la proroga di tutte quelle misure di sostegno, già adottate nel 2020 e nel 2021 sul versante della fiscalità locale e dei ristori, che ci avevano consentito di rimanere in piedi nei periodi più bui della pandemia e della crisi economica. Ora però siamo in una fase nuova e, per questo, serve da parte delle Istituzioni un approccio diverso che lavori su in un orizzonte di breve, medio e lungo periodo».
A cosa si riferisce?
«Se, come auspichiamo, sarà possibile consolidare la ripresa, favorendone la diffusione a tutti i comparti, quello che ci attendiamo è una riforma complessiva degli strumenti normativi a disposizione: i modelli di sviluppo pre Covid-19 si sono rivelati inadeguati, soprattutto nei settori che afferiscono al Terziario e all’economia urbana.
La crisi, grazie all’eccezionale concentrazione di risorse provenienti dal PNRR, ci offre l’opportunità di costruire sistemi territoriali nuovi e più competitivi, coesi, integrati, inclusivi e sostenibili: il commercio, la ristorazione, l’ospitalità e i servizi devono giocare un ruolo da protagonisti in questa trasformazione, ma servono politiche pubbliche più lungimiranti e, soprattutto, risorse e progettualità dedicate all’economia urbana».
Si avvicinano primavera ed estate. Che cosa dobbiamo aspettarci?
«Lo scenario internazionale e la guerra in Ucraina avranno certamente un impatto di cui non potremo non tenere conto ma dobbiamo comunque avere la capacità di programmare al meglio il superamento dell’emergenza sanitaria, valorizzando gli asset strategici a disposizione del nostro territorio.
Penso in primis alla riapertura della Fiera e al ritorno di eventi e manifestazioni, che potrebbero segnare l’inizio di una stagione nuova per tutto il mondo dell’ospitalità, della ristorazione, del commercio. Il ritorno in pianta stabile di visitatori e turisti può segnare un’inversione di tendenza decisiva per Bologna e il suo sistema imprenditoriale».
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