Parlano i gestori, Roda (Circuito Cinema): «Sempre aperti per dare un segnale» Arlecchino, l’ipotesi di un’apertura ridotta. Rossa (Cgil): «Cibo di nuovo in sala»
Provano a rialzare la testa i cinema. In tutta Italia e anche a Bologna, dove con l’allentamento delle restrizioni da quarta ondata, si spera, si potrà ricostruire quella fiducia negli spettatori. E si potranno allontanare le paure. In diversi stanno tirando la cinghia, come si suol dire, per parare i colpi di un periodo non semplice. E non solo per il Covid. Il cinema Arlecchino, per esempio, che rientrava nell’alveo delle proprietà di Massimo Ferrero (l’ex presidente della Sampdoria ai domiciliari per vicende giudiziarie, tra le misure temporanee inerdittive anche il lascito ad altri delle sue holding), ha deciso di adoperare degli ammortizzatori sociali per i suoi dipendenti. «Abbiamo ricevuto la richiesta per una cassa integrazione dal 14 febbraio al 12 marzo – spiega Antonio Rossa, segretario regionale di Slc-Cgil (Sindacato dei lavoratori della comunicazione) –, lo confermo». Non risulta un rischio di chiusura per l’Arlecchino di via Lame, che però potrebbe ricorrere a breve, secondo quanto filtra, ad aperture mirate durante i sette giorni, abbandonando temporaneamente l’apertura giornaliera. Si vedrà. «Tutti i cinema sono su un crinale problematico – sottolinea Antonio Rossa –, sono le strutture che hanno sofferto maggiormente, al pari degli spettacoli dal vivo. In tutta Italia ci sono già iniziative di protesta di sensibilizzazione, se le faremo anche su Bologna? Perché no». Sul piatto, tra le restrizioni da superare, c’è il ritorno al consumo di cibo in sala. Una svolta in tal senso potrebbe arrivare a breve. «Un problema che non va banalizzato, per molti cinema il ricavo con il food sul totale è del 40-50% – aggiunge Rossa –. Servono regole più chiare, come sulle finestre di sfruttamento dei titoli rispetto alla fruizione sulle piattaforme di streaming. In altri Paesi hanno regole più efficaci, in Italia non c’è nulla. Diciamo che si è riusciti a traghettare le sale in un periodo complessissimo anche grazie agli ammortizzatori sociali, adesso però occorrono dei passi decisivi». Per Alessandro Morandi Berselli, attualmente gestore dei cinema Chaplin e Fossolo, le finestre delle piattaforme non sono il problema principale. «Le persone amano gli eventi al cinema, sulle piattaforme vediamo una povertà qualitativa dei titoli – sottolinea Morandi Berselli –. E non credo nemmeno che il ritorno del food in sala, che avverrà, potrà cambiare tanto le cose. Piuttosto, servono gli eventi e serve che le persone tornino a vivere il cinema in tranquillità, senza paura. Con ‘Assassinio sul Nilo’ si è visto un segnalino, mi aspetto con con il nuovo ‘Batman’ ci sia invece il primo segnale vero di ripresa. Adesso al cinema tirano i film-evento – continua Morandi Berselli –. E sulle piattaforme streaming, per non penalizzare le sale, basterebbe copiare la Francia». D’accordo sulla necessità di uscire dalle psicosi è Elena Roda di Circuito Cinema Bologna. «Non è cambiato ancora nulla, va sicuramente modificata un po’ la comunicazione sull’allentamento della tensione – spiega la responsabile marketing –. Tutte le restrizioni sono ancora in vigore, basterebbe che per iniziare ci fosse un salto di qualità psicologico, fuori dalle paure per dirigerci verso una normalizzazione. E c’è anche da dire che una mancanza di prodotto ha scoraggiato il passaggio in sala». Il riferimento anche qui è allo streaming. «Ci vorrebbe una legge sul passaggio in sala e poi in piattaforma, attendiamo un testo soddisfacente». Nei cinema del Circuito (tra gli altri l’Odeon e il Rialto) non sono stati adottati per ora ammortizzatori sociali. «Abbiamo lavorato come se ci fosse un periodo normale. Abbiamo sofferto, certo, ma lavorando sempre senza interruzioni abbiamo voluto dare un segnale positivo all’esterno. Bologna è una città che al cinema non rinuncia».
Paolo Rosato, Il Resto del Carlino – 16 febbraio 2022
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