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Ascom: «Commercio in Appennino allo stremo, servono aiuti»

Andrea Nicolini, referente dell’associazione a Gaggio Montano: «Se non si interviene ci saranno chiusure e perdite di posti di lavoro»

II commercio in montagna sta vivendo la classica tempesta perfetta. Oltre alle difficoltà che si sono create nella pandemia, bisogna fare i conti con un numero di abitanti che tende a calare sia a causa della riduzione dell’offerta lavorativa, sia a causa dell’invecchiamento della popolazione. L’ultima questione in ordine di tempo è il ‘caro bollette’ che rischia di dare il colpo di grazie a tanti esercizi commerciali che servono piccole frazioni e sono un punto di riferimento soprattutto per gli anziani.

«Non ci stiamo giocando – spiega Andrea Nicolini di Ascom Gaggio Montano – soltanto la sopravvivenza di un sistema imprenditoriale, ma la possibilità stessa di restituire all’Appennino una prospettiva di crescita credibile e durevole. Usciamo da due anni difficilissimi, segnati da una crisi sanitaria, economica e sociale che, in montagna, ha finito per aggravare ulteriormente le fragilità esistenti: è inutile girarci attorno, occorre fare di più e occorre farlo subito per scongiurare il rischio di chiusure, con conseguente perdita di altri posti di lavoro».

Come disse il presidente della Regione Stefano Bonaccini quando venne a visitare i lavoratori ancora in presidio della Saga Coffee, un posto di lavoro perso in montagna ha lo stesso peso di 10 posti di lavoro persi in pianura. Anche i cambiamenti climatici rendono ancora più complessa la situazione perché stanno mandando in tilt il settore l’agricoltura, che in Appennino ha sempre avuto una importanza peculiare. Il tutto si traduce in meno soldi e più spese.

«Nessuno può pensare che la riduzione degli oneri per l’energia adottata dal Governo sia sufficiente – prosegue Nicolini -; tanto per dare un’idea, nel solo settore della ristorazione gli esercenti si troveranno a fronteggiare rincari dal 70% al 100% e non è pensabile che un costo simile possa essere riversato su clienti e consumatori, altrimenti possiamo dire addio a qualsiasi prospettiva di ripresa dei consumi. Serve un cambio di passo, a partire dalla riforma dell’impianto della bolletta elettrica e dall’introduzione di misure per compensare l’aumento dei prezzi dei carburanti che in montagna ricadono non soltanto su sistema produttivo, trasporti e logistica – conclude -, ma anche su cittadini e lavoratori che per gli spostamenti ricorrono, in assenza di alternative valide, al mezzo privato».

Massimo Selleri, Il Resto del Carlino – 15 febbraio 2022

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