Enrico Postacchini, Presidente di Confcommercio Emilia Romagna: «Il nuovo decreto ristori dà soltanto risposte parziali»
Il momento è molto complicato. Per le imprese è veramente difficile programmare, investire, organizzare. La situazione è talmente altalenante che siamo costretti a vivere quasi alla giornata».
Enrico Postacchini, presidente di Confcommercio Emilia Romagna, cerca comunque di trovare il ‘mezzo pieno’ del bicchiere: «In estate potrebbe esserci la fiammata. Ma fino ad allora…».
Non vede ancora segnali positivi? «Mi guardo intorno e vedo città vuote a metà pomeriggio. Siamo in un lockdown mascherato. Il ritorno di alcune misure restrittive, di quarantene e isolamenti, la paura dei contagi e lo smart working hanno causato una desertificazione dei nostri centri storici. Con immediate ricadute sulle attività commerciali».
Si possono già azzardare previsioni per l’anno appena cominciato? «L’incertezza per l’andamento dell’economia nel 2022 registrata a dicembre dai dati della Congiuntura di Confcommercio, trova purtroppo una conferma negativa nell’analisi di questo mese di gennaio».
Quali sono le ragioni principali? «Il ritorno prepotente della pandemia e la crescita continua dell’inflazione, che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie».
Lei vede una schiarita solo in estate. «Spero tanto di sbagliarmi. Ma il recupero procede più lentamente del previsto. E lo scenario attuale sembra destinato a durare almeno fino alla tarda primavera, mettendo sempre più a rischio la ripresa della domanda delle famiglie».
Se dovesse fare un bilancio del 2021? «Direi che si è riusciti a galleggiare, nulla di più. Ma soltanto grazie a misure straordinarie di sostegno, scadute il 31 dicembre, che vanno assolutamente rinnovate anche quest’anno. Senza liquidità si ferma tutto».
Qualche numero a consuntivo del 2021?«Rispetto al 2019, anno pre Covid, ristorazione e alberghi registrano una perdita di consumi, rispettivamente, del 27,3% e di quasi il 35%; i servizi culturali e ricreativi del 21,5%. Ci sono anche altri comparti con cali a doppia cifra, come i trasporti (-16%) e l’abbigliamento e le calzature (-10,5%)».
Lei parla di strumenti di supporto. A cosa si riferisce? «Alla Cassa Covid, a cominciare dalle imprese del settore turismo, per poi abbracciare anche altri ambiti del terziario di mercato ancora fortemente colpiti dalla pandemia; al blocco (in parte) della fiscalità; alle moratorie bancarie. Strumenti che consentirebbero a commercio, turismo, servizi e trasporti di continuare a galleggiare in attesa di tempi migliori».
Il Governo ha appena approvato il nuovo decreto-ristori a favore dei comparti più colpiti dalla crisi. Come lo giudica? «È un provvedimento che dà, purtroppo, risposte parziali a una crisi profonda. Colpisce, per esempio, il mancato accoglimento della richiesta di un nuovo ciclo di ‘cassa Covid’».
Sono state stanziate somme importanti. Non sono sufficienti?. «Con circa 350 milioni per il turismo, circa 390 per il commercio al dettaglio e per le attività chiuse o particolarmente colpite dall’emergenza epidemiologica, e circa 100 milioni per le attività della cultura, non si va lontano. E devono essere rapidamente e decisamente rafforzate risorse e misure anche sul versante delle moratorie fiscali e creditizie».
C’è il tema del caro energia. «Questo è uno spettro che continua a fare paura alle imprese del commercio, della ricettività e della ristorazione».
Può fare qualche esempio dell’impatto del caro energia sulle attività? «Secondo un recente studio di Confcommercio, svolto in collaborazione con Nomisma Energia, sommando luce e gas, rispetto al 2021 le bollette aumenteranno del 100% per i bar, del 73% per i ristoranti, del 62% per gli alimentari e del 61% per gli alberghi. Si tratta di rincari non sostenibili».
Il Governo ha emanato provvedimenti per abbattere i costi dell’energia. «Bene la riduzione degli oneri di sistema, per il primo trimestre 2022, in favore delle PMI. Ma resta confermata l’urgenza di un piano di azione strutturale».
Che cosa intende? «Come Confcommercio riteniamo necessario, fra l’altro, una riforma dell’impianto della bolletta elettrica, scelte per la riduzione della dipendenza dalle forniture estere e misure per compensare gli impatti negativi dell’aumento dei prezzi dei carburanti sulla filiera del trasporto e della logistica».
Che ruolo hanno le associazioni di categoria in momenti come questo? «Un ruolo di supporto, vicinanza e consulenza importante per navigare in questo mare tempestoso».
Luca Orsi, Top Aziende – Il Resto del Carlino- 31 gennaio 2022
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