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La paura blocca i saldi: affari in calo fino al 60% – Commercio in crisi

L’allarme di Ascom e Confesercenti: «Strade e negozi vuoti. Fatturati a picco, mai vista una cosa simile».

Saldi invernali con il freno a mano tirato. Peggio. «Sono proprio bloccati», afferma Marco Cremonini, presidente di Federmoda Ascom. Via D’Azeglio pedonale, oltre la vetrina, è semideserta. «Mai vista una cosa simile», lockdown a parte. Per i commercianti è una doccia gelata. Perché «i primi giorni di saldi erano andati benino, c’era qualche speranza», commenta Loreno Rossi, direttore di Confesercenti. L’impennata dei contagi ha congelato la situazione. Sono tutti d’accordo. «Siamo in un lockdown di fatto, mascherato», sospira Giancarlo Tonelli, direttore di Ascom. Le strade, specie durante la settimana, sono praticamente deserte. Centro e periferia, cambia poco. «Ristoranti e locali lavorano un po’ il venerdì e il sabato sera – spiega Rossi -. Solo clientela locale. Ma con due sere la settimana non ci fai granché». Un mix di fattori ha causato la tempesta perfetta che si è abbattuta su commercio, ristorazione e accoglienza. E se a quarantene, isolamenti, restrizioni, smart working, turismo azzerato e pochi studenti «si aggiunge la paura del contagio, un sentiment negativo che fa stare molti in casa – commenta Cremonini -, il conto è servito». Ed è un conto salato. Salatissimo. Perché i saldi invernali pesano molto sul bilancio di un anno. Possono incidere fino a un quinto degli incassi. «E per ora siamo al 50-60% del fatturato previsto in questo periodo», fa la media Tonelli. Sprofondo rosso, poi, per gli alberghi. «Siamo a una percentuale di occupazione intorno al 10%», calcola Rossi. Un report di Federmoda (in collaborazione con Confcommercio e Iscom Group) mette nero su bianco la situazione. «II 64% dei commercianti intervistati dichiara un sensibile calo degli incassi, il 20% addirittura registra un calo di oltre il 40% rispetto allo stesso periodo del pur non brillante 2021».

Eppure, come detto, il 5 gennaio si era partiti bene. «In modo dignitoso», smorza Cremonini. «E subito dopo la Befana si respirava un po’ di ottimismo. Che è durato lo spazio di una settimana». Poi, da un giorno all’altro, la città si è spopolata. E ora «si lavora poco, pochissimo». Per il settore abbigliamento, di fatto, si tratta della seconda stagione invernale persa. «Quest’anno speravamo in una ripresa delle vendite. Invece abbiamo i magazzini pieni», dice ancora Cremonini. «In una situazione di calo dei consumi e di concorrenza delle vendite online – avverte Rossi -, avere saltato due stagioni invernali, che danno fatturati importanti, è una brutta botta». Pessimismo? «No. Realismo». Gli scontrini parlano chiaro. Da una media di 120-130 euro di spesa, in periodo di saldi invernali, «quest’anno siamo già scesi sotto i 100 euro», calcola Cremonini.

Archiviato gennaio, si guarda al futuro. Secondo gli esperti, l’ondata di pandemia dovrebbe esaurirsi a metà marzo. «Ma i saldi, che durano 60 giorni, saranno già finiti il 5», avverte Rossi. Che a questo punto butta la palla avanti: «Speriamo nella primavera-estate». Cremonini guarda a un orizzonte più vicino. «A febbraio – afferma -, i negozi di abbigliamento, calzature, moda e sport avranno ancora un vasto assortimento. E gli sconti saranno ancora più vantaggiosi».

Luca Orsi, Il Resto del Carlino – 30 gennaio 2022

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