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Bolognina, boom di furti e spaccate

I commercianti lanciano l’allarme: «Viviamo nell’incubo». «Awilente, disagio alla base dei furti»

«Non vorremmo rivivere l’incubo di qualche anno fa, quando non c’era una sola vetrina della Bolognina al sicuro». Daniela Guidotti, presidente dei commercianti Ascom del Navile, ha fatto un conto: «In un mese ci sono state cinque spaccate di cui siamo venuti a conoscenza. E di chissà quante, invece, non abbiamo saputo. Come al solito, facendo grandissimi danni e rubando pochi spiccioli, perché nessuno lascia più denaro la notte in negozio». L’ultimo episodio, in ordine di tempo, riguarda la libreria ‘Storie di Libri’, di via Corticella, dove i ladri, dopo aver sfondato la vetrina, hanno fatto man bassa del fondo cassa. Per capire quanto sia avvilente, per i commercianti della zona, la situazione, basta attraversare la strada e leggere il cartello apposto sulla vetrina del salone di parrucchiere ‘Fashion look’: «Per favore, non sfondate più la porta. Non c’è niente di prezioso in questo negozio».

Con i ladri hanno dovuto fare i conti anche i titolari del la gastronomia Sghissa, sempre in via Corticella, subito visitata a un mese dall’inagurazione. E ancora un negozio di parrucchiere di via Niccolò Dall’Arca (dove però la polizia ha arrestato in flagranza il ladro), il ristorante ‘La corte dei ghiottoni’ di via Jacopo della Quercia e un minimarket ancora in via Corticella. «Dopo il lockdown – spiega Simona Bentivogli del comitato Progetto Bolognina – qui la situazione è tornata quella di qualche tempo fa. Delinquenti in giro a tutte le ore e spaccio a cielo aperto di fronte ai negozi. I pusher tengono le palline in bocca, aspettano i clienti che arrivano in auto e fanno affari. Tutto alla luce del sole. Questo contesto, ovviamente, alimenta anche i reati ‘collaterali’: ossia i furti per procacciarsi il denaro per la dose, con i negozi che diventano una specie di bancomat dove prendere soldi e fare spesa ‘gratis’.

Noi denunciamo, ma ci sono molti negozianti, per lo più stranieri, che per paura di ritorsioni tacciono e subiscono». E, in merito, Bentivogli racconta un episodio: «Qualche tempo fa alcuni pusher sono entrati in un negozio di abbigliamento – spiega -. Dopo aver scelto e indossato alcuni vestiti, hanno fatto per uscire senza pagare. La titolare, una ragazza cinese, ha provato a bloccarli: si è presa un pugno in faccia e da quella volta loro entrano nell’attività e rubano tutto quello di cui hanno bisogno, senza nessuno che dica una parola». Scene di negozianti che rincorrono i ladri «le vediamo tutti i giorni, i furti nei minimarket sono abituali.

Questo non vuol dire che la situazione vada bene – conclude Bentivogli -. Quando solleviamo il problema, ci viene risposto spesso che queste cose succedono in tutta Bologna. Ma cosa vuol dire? Dovremmo accettarle? Se la situazione non cambia siamo pronti a tornare alle nostre passeggiate anti-degrado serali». La presidente del Navile, Federica Mazzoni, non guarda da spettatrice indifferente quello che sta accadendo nel suo quartiere: «Sono informata su questi furti – spiega – e sono andata di persona anche a far visita ad alcuni negozianti vittime di raid. Mi preme spendere alcune parole sulla questione. Intanto, voglio ringraziare le forze dell’ordine e i comitati, con cui la collaborazione è costante. Comprendo quanto sia avvilente svegliarsi e trovare la propria attività svaligiata. Adesso ancora più di prima, visto che il lockdown ha già messo a dura prova i commercianti». La Mazzoni, poi, fa un appello: «Un quartiere è sicuro quando è vissuto. Visitiamo i nostri negozi, compriamo nelle botteghe di vicinato e soprattutto non chiudiamoci nel silenzio, è una sconfitta. Se si è vittime di furti, spaccate o rapine la prima cosa da fare è denunciare alle forze dell’ordine. I negozianti sappiamo anche che la mia porta è sempre aperta, se hanno problemi o segnalazioni possono contare su di me».

Nicoletta Tempera, Il Resto del Carlino – 24 gennaio 2022

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