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Eventi e mostre ‘ART CITY’ torna e conquista il crescentone

La grande novità di Art City di quest’anno è l’ingresso a pieno titolo nel programma delle quattordici gallerie dell’Ascom, con proposte espositive che spaziano dalla grande arte figurativa italiana del Novecento ad eccellenti artisti internazionali fino a autori del nostro territorio

Una festa continua in Piazza Maggiore. Per quattro giorni (dal 20 al 23 gennaio) e per otto ore al giorno, il Crescentone si animerà di 45 performer che, con diversi interventi, entreranno in relazione con i passanti. Cantando, ballando, recitando. Perché quest’anno si terrà lì, nel cuore della città dalle 10 alle 18, lo special project di Art City, il calendario istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali in programma in quel periodo e promosso dal Comune, con la direzione artistica di Lorenzo Balbi. Tino Sehgal, uno degli artisti più radicali emersi negli ultimi anni e già insignito del Leone d’oro alla Biennale veneziana 2013, ha ideato questo progetto ad hoc per comporre una sorta di grande opera collettiva in Piazza, capace di leggere i rapporti interpersonali al tempo del Covid.

E in fondo, a ben guardare, tutti gli altri nove progetti che compongono la sezione ‘istituzionale’ di questa decima edizione di Art City si muovono su un’idea di diverso uso dello spazio pubblico da parte dei cittadini. Uno, l’esposizione Times of Crisis di Elisa Caldana e Aki Nagasaka a Villa delle Rose, si conosce già. Altri destano curiosità. Un lavoro performativo riguarda la mostra dedicata a Giulia Niccolai Perché lo faccio perché al Padiglione Esprit Nouveau e quella The teacher di Agnes Scherer al teatro Moline, che è un nuovo luogo per la kermesse.

Nuovo come gli insoliti e suggestivi spazi della Conserva di Valverde (Bagni di Mario) dove Dominique White propone la sua creazione Fugitive of the State(less). Ci sono video installazioni più o meno immersive (Zhouwéi Network di Emilia Tapprest al teatro San Leonardo ed Emergency Break di Kipras Dubauskas nella sala Tassinari di Palazzo d’Accursio) e c’è la creazione di Carlos Garaicoa, con la quale l’artista cubano ricorda la storia di distruzione e restauro dell’oratorio San Filippo Neri. In due sedi si sviluppa invece la presenza di Italo Zuffi con Fronte e retro: la sala delle Ciminiere di MAMbo accoglierà un percorso retrospettivo da metà degli anni ’90, mentre la sala convegni di Palazzo de Toschi ospiterà una serie di nuove produzioni. Infine, le storiche sale di Palazzo Vizzani saranno abitate da Fuori Terra, gruppo scultoreo composto da figure umanoidi di Mattia Pajè.

La grande novità di Art City quest’anno, sottolinea il direttore Balbi, è l’ingresso a pieno titolo nel programma delle quattordici gallerie dell’Ascom, con proposte espositive che spaziano dalla grande arte figurativa italiana del Novecento ad eccellenti artisti internazionali fino a autori del nostro territorio. Torna anche Art City White Night fissata il 22 gennaio fino a mezzanotte con mostre, performance, eventi. E, ovviamente, in quei giorni musei, fondazioni nonché spazi istituzionali e privati proporranno una multiforme pluralità di occasioni. Qualche esempio? L’omaggio a Francesco Giuliari a Casa Saraceni, la personale di Susana Ljuljanovic al Cassero, la collettiva Libero Spazio Libero’nella sede della Fondazione del Monte. Nota importante: tutti gli eventi sono a ingresso gratuito. «È un’edizione ricca – dice Balbi – che accoglie la volontà comune di ripartire comunque».

Claudio Comani, Il Resto del Carlino – 21 dicembre 2021

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