La cultura e le tradizioni legate al tesoro del sottobosco inserite nella lista dei ’Patrimoni Immateriali’ delle Nazioni Unite
Non è solo questione di naso. Quella del tartufo è una vera e propria cultura, e l’Italia intera ne è portatrice. Lo sanno bene anche a Savigno, il paesino dell’alta Valsamoggia dove da 38 anni si promuovono le tartufeste e dove ieri si è fatto festa per l’iscrizione della ‘Cerca e della cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’ nella lista Unesco del Patrimonio culturale immateriale. La decisione è stata comunicata poco dopo mezzogiorno dal Comitato intergovernativo di questa Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.
Qualcuno ricorda che dall’avvio della pratica si parlò nel 2013, in occasione delle celebrazioni per i primi trent’anni di Sagra del Tartufo nel salone di Appennino Food alla presenza dell’allora presidente dell’associazione nazionale Città del Tartufo (Anct). Ed è prima di tutto Michele Boscagli, il presidente attuale, che esulta per il risultato: “Otto anni di lavoro sono stati apprezzati, è stato un percorso che, grazie alle istituzioni competenti, ha dato l’opportunità a tutti i soggetti coinvolti di comprendere l’importanza di salvaguardare saperi e conoscenze della tradizione dei tartufai italiani. Un patrimonio collettivo, prezioso anche per le generazioni future, che va ben oltre il valore del prodotto in sé”.
Savigno fa parte di questa associazione da oltre vent’anni e nel tempo ha visto crescere l’occupazione e il valore economico di tutto quanto ruota attorno a questo tesoro del bosco.
“Questo riconoscimento appresenta un risultato che ci riempie di orgoglio e dà valore a tutta la comunità. Intorno a questo straordinario frutto della terra, negli anni, si è costruito e rafforzato un sodalizio tra enti, associazioni, tartufai e operatori economici che, ciascuno con le proprie competenze e la propria passione, hanno saputo preservare, tramandare e innovare tradizioni secolari profondamente legate a questo territorio” commenta l’assessore Federica Govoni. Mentre il sindaco Ruscigno aggiunge: “Voglio ringraziare per la costanza e l’impegno anche le amministrazioni passate di Savigno che, da alcuni decenni, con lungimiranza, fanno parte dell’Anct”.
Soddisfatta anche il sottosegretario al ministero della Cultura Lucia Borgonzoni: “Con il riconoscimento di oggi diventano settantadue i riconoscimenti Unesco in Italia: un primato che rafforza la leadership culturale del Belpaese, ribadendo la vastità del nostro patrimonio culturale e riconoscendo il ruolo delle comunità nella tutela e promozione dei propri beni” dichiara la viceministro riferendosi al percorso di candidatura andato in porto, che è stato coordinato dall’Ufficio Unesco del ministero della Cultura, e che ha visto la partecipazione diretta di una vasta comunità composta da singoli tartufai, libere associazioni e gruppi aderenti alla Federazione nazionale associazioni tartufai italiana, oltre all’Anct. Un esito che esalta una pratica densa di valori e tradizioni, tramandate oralmente di generazione in generazione: “l’ennesima conferma dell’unicità e della straordinaria ricchezza delle peculiarità che contraddistinguono il nostro Paese” conclude la Borgonzoni.
di Gabriele Mignardi, il Resto del Carlino, 17 dicembre 2021
Oggi al convegno “Connessioni 2024: Valorizzare la tradizione, innovare il presente, ispirare il futuro”