Romagnoli rivoluziona la patata. Più sostenibilità, meno fitofarmaci

MOLINELLA Una giornata per divulgare l’impegno per l’innovazione e la sostenibilità

È il succo dell’evento organizzato nei giorni scorsi da Romagnoli F.lli Spa, l’azienda di Molinella leader nella pataticoltura. Un’iniziativa nel corso della quale l’azienda ha presentato i risultati delle sue collaborazioni con il mondo della ricerca.

Attività che nascono nel solco del progetto Residuo zero, che ha ottenuto la menzione speciale del Premio innovatori responsabili 2020 della Regione Emilia-Romagna. Il modello del Residuo zero coniuga sostenibilità economica, ambientale e sociale applicando una linea tecnica di difesa colturale, che consente di ottenere un prodotto privo di residui di fitofarmaci e coltivato con pratiche agricole e ripetibili in tutti gli areali italiani, unitamente all’impiego di varietà di patate naturalmente tolleranti alla Peronospora. In scia a questo percorso di ricerca, portato avanti con la guida scientifica del Dipartimento per l’innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali dell’Università della Tuscia e Legambiente, Romagnoli ha proseguito le sperimentazioni per ridurre l’impiego di sostanze chimiche e per salvaguardare fertilità del suolo e biodiversità, testando l’utilizzo del sorgo sudanese come biofumigante.

Questa fase ha coinvolto anche l’Università di Ferrara. I risultati dimostrano che il sorgo sudanese è in grado di agire come biofumigante e può quindi essere efficacemente impiegato nel contrasto all’Agriotes litigiosus (ferretto). Lo studio, inoltre, ha evidenziato che tale pratica agronomica è in grado di produrre effetti positivi anche sulla fertilità del suolo.

«Siamo felici di condividere questi risultati e siamo orgogliosi di farlo nel nostro territorio, una regione in cui la pataticoltura ha profonde radici e di cui rappresenta un’eccellenza – commenta Giulio Romagnoli, ad di Romagnoli F.lli Spa –. Tali risultati aprono la strada non solo a una pataticoltura più sostenibile, ma anche all’impiego efficace del sorgo sudanense nel sovescio per altre colture, nell’ottica di promuovere la diffusione di pratiche agricole in grado di ridurre l’impatto sull’ambiente»

Il Resto del Carlino, 5 dicembre 2021